| Quella dello scrittore Daniel Defoe (il cui vero cognome è Foe, cambiato in Defoe affinché fosse più aristocratico), autore del famoso «Robinson Crusoe», può certo dirsi una vita movimentata.
Nel 1692, infatti, finì in bancarotta, pagando il suo disastro economico anche con la prigione, dove ritornerà altre volte, oltre che per i debiti, anche per motivi politici.
Nel 1702, venne accusato di avere diffamato la Chiesa d’Inghilterra nel suo saggio «La via più breve per i dissenzienti», che venne messo al rogo, e durante la nuova prigionia iniziò a scrivere il romanzo «Moll Flanders».
Successivamente fondò la rivista trisettimanale «The Review», destinata a durare dieci anni e a diventare una pietra miliare nella storia del giornalismo, dove quasi tutti gli articoli erano dello stesso Defoe, che, pur dichiarandosi indipendente, in realtà aveva un accordo con il primo ministro Robert Harley, che gli aveva promesso l’amnistia.
Inizialmente partigiano dei wighs, una delle due fazioni che si contendevano il potere politico in Inghilterra, passò poi ai tory; in seguito tradì anche questa parte politica, divenendo una spia dei wighs.
(Dalla rubrica “Pillole”, a cura di Carlo Tetali, pubblicata su Orizzonti)
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