 | Anselmo Testi, nato a Castel Madama nel 1938, vive a Roma.
Nel 2006 si è classificato primo e secondo nell'VIII edizione del "Premio Arte Marcantonio Sabellico" e, sempre per la poesia, è risultato finalista al premio "Fabrizio De André" del 2007.
Tra le sue precedenti pubblicazioni si menzionano:
"Frangiflutto" (1968), "Dita Aperte" (1975), "Se Dio fosse le mie mani" (1983), "La terra giovane" (1985), "L'incertezza dei sassi ondulanti" (1990) e "La casa nell'uliveto" (1995).
Nelle sue raccolte l'autore fa riferimento in più di cento poesie alle mani che, "nella loro gestualità intriseca, rappresentano la simbolica mediazione tra l'umano e il divino".
Riguardo ad una delle sue prime opere, Francesco Grisi scrisse: "Vi è la grande tentazione di abbracciare le cose e insieme la grande paura che tutto possa essere soltanto desolazione."
Oggi, dopo tanti anni, l'autore in questa "Questa fragile lingua di sole", proprio grazie all'assonanza della memoria, recupera un'ipotesi di vita.
Dalla silloge, riportiamo il seguente componimento:
NON HO ORIENTE
Questa fragile lingua di sole
che mi secca gli occhi
Non ho Oriente
né l'istinto per cercarti
come le labbra
il capezzolo sicuro della madre,
né l'approdo della parola
divenuta esangue
per ancorare il mio nome ad un'ipotesi.
Collana "Gli Emersi - Poesia"
pp.68 €12,00
ISBN 978-88-6498-664-9
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