| Da quanto tempo scrivi?
«Il mio rapporto con la scrittura nasce al primo anno delle scuole superiori.
La notizia dl rapimento di Aldo Moro e l’uccisione della sua scorta mi toccarono a tal punto che scrissi sul diario una sorta di articolo, cercando di mettere le mie considerazioni in un modo simile a quello usato sui quotidiani, come se fossi un giornalista, mestiere che avrei sempre desiderato fare.
Successivamente approfittai dei compiti in classe d’Italiano ”a tema libero” per inventare storie, più o meno divertenti.
Poi cominciai a scrivere i testi per le canzoni del gruppo musicale in cui suonavo e successivamente per me stesso. Da lì nacque la passione per la poesia (alcune poesie sono state scelte in più concorsi ed usciranno a breve in alcune antologie di Aletti editore), che tutt’ora continua.
Da qualche anno sono ritornato anche alla “prosa” con alcuni racconti, anche questi di prossima pubblicazione, e diari di viaggio, uno dei quali, “Un Tombolino in America”, ha anche vinto un premio in un concorso di www.7Mates.com.
Nel 2007 è uscito “Uozzamericanboys”, breve romanzo dedicato ad Alberto Sordi, attore per il quale ho sempre avuto un’ammirazione da fan e che mi ha ispirato la storia di un gruppo di ragazzi che passano il loro tempo libero tra avventure e “bischerate” alla “Amici miei”.
Nel frattempo ho curato per diversi anni la rubrica di satira “Hot dogs – la voce del bastardino” sul sito www.bau.it e nel 2008 ho preso il patentino di giornalista pubblicista, con relativa iscrizione all’Albo.
A marzo di quest’anno è uscito il mio secondo romanzo “Non credevo di trovarti su facebook”, che sta riscuotendo un discreto successo, pur non essendo io un autore conosciuto e non avendo a mio sostegno alcuna pubblicità».
Come hai scoperto di avere talento nella scrittura?
«Mah… talento… non so se ho talento. Quello che posso dire è che chi legge le mie “opere” trova in esse sempre qualcosa, o di profondo, soprattutto nelle poesie, o di divertente. Quindi trova emozioni, che credo siano la cosa fondamentale nella nostra vita».
Dove è possibile trovare i tuoi lavori?
«Gli articoli scritti per la rubrica di satira “Hot-dogs, la voce del bastardino” su www.bau.it
I racconti di viaggio su www.7mates.com, www.turistipercaso.it, ecc., oltre che nelle note presenti sul mio profilo facebook.
Le poesie anche nel profilo facebook e a fine anno in tre raccolte di Aletti Editore.
I romanzi “Uozzamericanboys” e “Non credevo di trovarti su facebook” invece sono acquistabili nelle librerie on line (ibs.it, deastore, Feltrinelli, ecc.) e ordinabili in quelle tradizionali. A breve l’ultimo libro sarà presente in molte librerie e anche come e-book».
È uscito il tuo libro "Non credevo di trovarti su facebook". Una breve trama...
«Il libro parla di un quarantenne che attraverso il social network ritrova una giovane donna che, all’epoca in cui erano bambini, era stata la “sua prima fidanzatina”. Le “chiede l’amicizia” ed inizia lo scambio di messaggi che porterà i due a rivedersi dopo tanti anni. Il racconto si sviluppa sul rapporto che, quasi inaspettatamente, nasce davvero e si sviluppa in un’altalena di emozioni, sensi di colpa e mistero».
È tratto da una storia vera?
«No, la storia è frutto di fantasia, anche se i primi messaggi scambiati su facebook dai protagonisti sono riportati quasi fedelmente».
Cosa ti ha spinto a scrivere una storia del genere?
«L’idea è nata quando ho ritrovato un’amicizia che si era persa nei ricordi d’infanzia. Lo scambio di messaggi è stato molto piacevole e simpatico. Da lì ho provato ad immaginare come sarebbe stato rincontrare dal vivo questa persona della quale avevo un ricordo di tanti anni prima e avevo potuto vedere solo un paio di foto pubblicate su facebook».
Credi che i social network abbiano modificato il modo di relazionarsi, pensare e anche scrivere?
«Credo che siamo solamente all’inizio. Il fenomeno dei social network è inaspettatamente in crescita. Si pensava fino a qualche tempo fa che facebook & co. Fossero un fenomeno momentaneo e che avrebbero prima o poi finito per stancare. Invece stanno diventando uno strumento inaspettatamente importante non solo per relazionarsi o farlo in maniera diversa, ma anche dal punto di vista della promozione di attività lavorative ed artistiche. Credo inoltre che possano aiutare soprattutto chi ha difficoltà nel rapportarsi con gli altri in particolare “dal vivo” ed è vero però che andrebbero regolamentati diversamente perché possono essere terreno fertile per chi vuole adescare ragazzi e ragazze per scopi tutt’altro che onesti…
Il modo di scrivere sta cambiando tra i giovani, ma non solo dall’avvento dei social network. È un fenomeno che si sta sviluppando di pari passo alle nuove tecnologie informatiche e telematiche, quindi sms, e-mail, ecc. È sicuramente da tenere d’occhio e non credo che influirà negativamente sulla lingua, perché chi ama scrivere romanzi, poesie, racconti, secondo me continuerà a farlo nella maniera tradizionale».
Perché acquistare e leggere il tuo libro?
«Beh, questo non dovrei essere io a dirlo…
Comunque le persone che l’hanno acquistato mi hanno inviato (su facebook, naturalmente…) dei commenti molto belli, dai quali emerge che leggendo il romanzo hanno soprattutto provato emozioni e questa è la cosa che mi da maggiore soddisfazione».
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I link dell'intervista:
www.foggiapress.it/notizie/arte-e-cultura/14168-stefano-pietri-e-non-credevo-di-trovarti-su-facebook.html
http://dragonforce.splinder.com/post/25567024/non-credevo-di-trovarti-su-facbook-una-storia-damore-ai-tempi-di-internet
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