| Nel suggestivo Palazzo Sanseverino-Falcone di Acri (CS), antica residenza di principi e nobili, oggi sede del Museo di Arte Contemporanea “Silvio Vigliaturo” e del Consiglio Comunale, la poetessa Anna Maria Algieri ha presentato, il 10 Agosto 2011, il suo libro dal titolo “Il giardino di Dida” (“Le sette fantasie”).
Nella stessa occasione, quasi a fare da cornice alla manifestazione (che si è svolta sotto il patrocinio dell’Assessorato alla P. I. e Cultura del Comune di Acri, della “Fondazione V. Padula”, della Pro Loco e della BCC Mediocrati), il pittore Domenico Intrieri ha esposto alcuni suoi quadri, attraverso i quali è riuscito a riportare alla luce il borgo antico di Acri, il medesimo decantato con note di nostalgico affetto e tenace attaccamento da Anna Maria Algieri in tante delle sue composizioni poetiche.
A presentare “Il giardino di Dida” è stata Gaetana Falcone, perfetta coordinatrice della manifestazione, alla quale hanno dato il loro valido e prezioso contributo, con interventi sull’opera appena edita e sulla personalità umana ed artistica della sua autrice, il sindaco di Acri Sen. Gino Trematerra, il glottologo, scrittore e saggista Rinaldo Longo, la scrittrice, saggista e giornalista Luisiana Ruggieri, lo storico e saggista, oltre che Direttore del periodico “Confronto”, Giuseppe Abbruzzo, e Mons. Luigi Renzo, Vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea.
“Il giardino di Dida”, edito da Aletti Editore, è costituito da sette fantastici racconti: 1) Mamma Rosa; 2) Riccioli d’oro; 3) Le mie bambole; 4) Al crepuscolo della Pasquetta; 5) Lo sguardo innocente; 6) Il giardino di Dida; 7) L’amore impossibile.
L’opera può essere considerata una sorta di viaggio “poetico”, tra il fantastico e l’autobiografico, col quale l’autrice, attraverso gli occhi di una bambina, riesce a fare un’analisi approfondita della sua infanzia, e a riportare alla luce, in un magico mondo di favole, affetti familiari, religiosità, spiritualità francescana, false illusioni, amore per l’umano e il divino.
La raccolta non ha un ampio repertorio: ogni testo è costituito da una cinquantina di righe, mentre “Il giardino di Dida”, che dà il titolo all’opera, ne contiene centosessanta.
L’introduzione è stata ampiamente curata dal prof. Rinaldo Longo: si tratta di una scritto del 1999, anno in cui la poetessa si rivolse a lui per la prima volta per fargli visionare le sue bozze. A distanza di anni l’opera è stata pubblicata con la medesima recensione critica.
Nell’introduzione, tra l’altro, si legge: “Sono componimenti agili di facile lettura, componimenti che, non nascondo, mi hanno incuriosito abbastanza, spingendomi ad un’analisi dei loro contenuti e della loro struttura. Si tratta di una lettura in cui si è reso obbligatorio l’ausilio di quella precisa lente che è attivata dalla considerazione che la psiche è struttura come il linguaggio e che, quindi, analizzando le strutture del linguaggio si potrebbe pervenire a quelle della mente. Dico si potrebbe, perché le strutture (microstrutture e macrostrutture) del linguaggio sono elementi con i quali l’uomo compie un misterioso ed avventuroso viaggio su una lama di rasoio, cioè egli cerca di scavalcare un muro abbastanza spesso, la cui sommità è coperta di cocci di vetro (volendo ricorrere ad una reminiscenza montaliana). Non si dimentichi poi che il significante è mentitore e non può quindi essere con certezza l’avallo di alcun discorso che per diritto trasmetta la verità.”
Al termine della manifestazione, alla quale ha preso parte un pubblico attento e partecipe, Anna Maria Algieri ha festeggiato la “nascita” del nuovo libro, insieme ad amici e parenti, con una serata mondana in un accogliente locale di Acri.
Luisiana Ruggieri
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