| Lo scrittore francese Marcel Proust (1871-1922) viene ricordato anche come “l’angelo della notte”, per un’abitudine che si consolidò nell’ultimo periodo della sua esistenza. È cosa risaputa, infatti, che, dopo anni di vita mondana con frequentazioni di salotti alla moda (dei quali parlò anche in corrispondenze per il quotidiano “Le Figaro”) e numerosi viaggi e addirittura un duello, si dette, in seguito all’aggravamento delle condizioni di salute, a vita ritirata, o per meglio dire, a una vera e propria autoreclusione. Nel 1909, lasciato l’appartamento di rue de Courcelles, si trasferì al n.102 del Boulevard Haussmann a Parigi, nel quale fece rivestire di sughero - per ottenere un isolamento acustico- le pareti della stanza da letto dove si dedicò interamente alla stesura del suo monumentale romanzo, “Alla ricerca del tempo perduto”, nel quale rievocò la sua vita precedente. Proust dormiva di giorno, con le imposte chiuse per evitare la luce, e scriveva di notte, disteso sul letto. Come unica distrazione, si abbonò al teatrofono, che gli permetteva di ascoltare da casa, attraverso il telefono, rappresentazioni tenute nei teatri parigini.
La riproduzione della sua stanza insonorizzata è ora al Museo Carnavalet nella capitale francese (NELLA FOTO)
(Dalla rubrica "Pillole" a cura di Carlo Tetali, pubblicata su Orizzonti)
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