| RIFLESSIONE SULL’UOMO DEL DICIANNOVESIMO SECOLO – (Da: “Memorie del sottosuolo” di Fedor Dostoevskij)
«Io non solo non ho saputo diventare cattivo, ma non ho saputo diventare niente: né cattivo né buono, né furfante né onesto, né eroe né insetto. E ora vivo nella mia tana facendomi beffe di me stesso, con la maligna e vana consolazione che d'altronde un uomo intelligente non può diventare sul serio "qualcosa", solo uno stupido diventa qualcosa. È proprio così: l'uomo intelligente del diciannovesimo secolo dev'essere, ed è moralmente tenuto ad essere, un uomo senza carattere. Un uomo di carattere, invece, un uomo d'azione, è un essere prevalentemente limitato».
(Fedor Dostoevskij, "Memorie del sottosuolo”;traduzione di Milli Martinelli)
Continua a seguirci su facebook al seguente link
http://www.facebook.com/paroleinfuga.it |