| Il racconto che vogliamo proporre ai nostri lettori, è quello di una modesta famiglia, che viveva a quel tempo in Italia, dopo l'ascesa al potere del fascismo, in un piccolo paese del Nord a ridosso del confine con l'Austria, abbarbicato sulle propaggini delle Alpi Carniche, abitato da gente dedita alla pastorizia ed al lavoro dei campi, e che viveva del lavoro quotidiano senza dover risolvere grossi problemi di sussistenza. La loro vita trascorreva tranquilla: le donne, in genere, si occupavano dei lavori domestici e, quando necessitava, aiutavano i mariti nel lavoro dei campi, perché non venisse a mancare il foraggio per il bestiame e soprattutto il granoturco con la cui farina poter cuocere ogni sera, nel caratteristico paiolo ed a fuoco lento, la polenta; l'alimento quotidiano di quelle popolazioni di montagna. I figli più piccoli, nel corso della giornata, giocavano in piazza, quelli più grandicelli insegnavano loro sempre nuovi giochi: come quello della "cavalletta", dei "quattro cantoni", del "de libero", come veniva chiamato (una specie di gioco a "guardia e ladri"), ovviamente dopo l'uscita dalla scuola, strillando di gioia per essere finalmente ritornati all'aria aperta, rendendo così vivace la vita del paese.
Oltre le modeste case di abitazione, il paesino comprendeva la scuola elementare, formata da poche classi, raggruppate a causa dello scarso numero degli scolari, la sede comunale e la chiesa, dove la domenica, un sacerdote, che veniva da un paese vicino in bicicletta, celebrava la S. Messa ed all'occorrenza anche i sacramenti del battesimo, della prima comunione e del matrimonio.
Insomma un paese come tanti altri della zona, tranquillo, come si diceva, e dove tutti si conoscevano, per cui ognuno poteva partecipare a qualsiasi festicciola che veniva organizzata alla buona da una qualsiasi delle famiglie, in occasione di qualche ricorrenza particolare, senza necessità dell'invito, perché ognuno doveva sentirsi già invitato per il semplice fatto di appartenere a quella comunità.
Le feste si svolgevano in gran parte in piazza, perché era impossibile contenere tutti i paesani nella modesta casa del festeggiato.
(dalla Prefazione)
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Luigi Cavallo è nato a Porto S. Giorgio (AP) l’8 aprile 1923.
Ha iniziato gli studi frequentando il liceo classico, all’Università di Napoli ha conseguito la laurea in Ingegneria Elettrotecnica e successivamente, a Roma, la specializzazione in Ingegneria Mineraria. Nominato ispettore, ha controllato le condizioni di sicurezza di miniere e cave. Congedatosi, ha insegnato per alcuni anni nelle scuole medie superiori le discipline tecniche. Come hobby ha dipinto alcuni quadri a pastello, a olio su tela e vari collage, nel contempo ha scritto anche alcuni romanzi.
Collana "Gli Emersi - Narrativa"
pp.176 €14,00
ISBN 978-88-6498-744-6
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