| “Una piccola ape furibonda”, il nuovo album di Giovanni Nuti, contiene undici brani con testi scritti da AldaMerini, di cui otto inediti, ed è impreziosito dalle opere del pittore Enrico Baj, amico della poetessa.
«Le nostre canzoni sono un modo di far conoscere la poesia di Alda anche a chi non compra libri di poesie e non mette mai piede in una libreria» spiega Giovanni Nuti, parlando della genesi di questo lavoro, che è stato accolto con entusiasmo anche su Facebook, dove sono nati dei gruppi a sostegno di “Una piccola ape furibonda”.
«Si tratta di persone che sono in contatto con l’intento di aggregazione e che sembrano corrispondere alla “Stufa di maiolica” di Alda Merini, metafora del calore umano che in quest’epoca manca - continua Nuti, che esprime poi la sua gratitudine verso la poetessa -. Quello che mi resta, e che ho imparato da lei, è la gioia malgrado tutto e la consapevolezza che un artista deve rimanere fedele a se stesso.
Come diceva Alda: “Quando hai la tua arte non sei mai povero”. Vivere accanto a lei, ha significato per me scoprire come la poesia sia “disperata” gioia, passione e ironia, in grado di trasformare anche la realtà più grigia e sorda.
È il potere della parola, e anche della musica, che, sempre e di nuovo, nega la morte, il dolore e la dannazione
impliciti in ogni esistenza. Alda Merini non c’è più, ma proprio per questo sento che la sua poesia è sempre più viva».
LAVORARE FIANCO A FIANCO DI ALDA MERINI PER DUE ANNI CHE COSA TI HA RIVELATO DI TE STESSO?
«Mi ha completamente messo a fuoco: con lei ho fatto un viaggio umano oltre che artistico, che mi ha del tutto ribaltato, positivamente, facendomi superare le mie insicurezze affinché andassi avanti con le mie sicurezze e me ne costruissi di mie.
La Merini diceva che la vera perfezione dell’uomo consiste nell’accettare le proprie imperfezioni, e questo insegnamento è basilare per le nuove generazioni».
CHE SENSO E RUOLO PUÒ ASSUMERE OGGI LA POESIA?
«Ha un ruolo determinante, anche per i giovani: è la vera comunicazione, lontana da ogni propaganda politica e religiosa; è l’inconscio senza censura. Sono contento e sorpreso delle tante mail di ragazzi che mi arrivano e mi dicono che amano tanto la poesia».
PARLIAMO DEI BRANI DELL’ALBUM PARTENDO DA QUELLO DEL TITOLO, CHE DEFINISCI “NON UNA POESIA MA UN FLORILEGIO DI AFORISMI DI ALDA MERINI RACCOLTI INTORNO ALL’IMMAGINE CON CUI LA POETESSA AMAVA DEFINIRSI”. COME UNIRE FRA DI LORO SENTENZE DIVERSE, E CON LA MUSICA?
«L’abbiamo fatto insieme: ci sono aforismi ironici ma anche forti, pugni nello stomaco. Una volta raccolti, ho pensato alla musica seguendo il consiglio di Alda di fare cose semplici, per arrivare a tutti».
“IL GAS” SEMBRA TESTIMONIARE LA STRAORDINARIA CAPACITÀ DI ALDA MERINI DI RACCONTARE DRAMMI PERSONALI SENZA PIANGERSI ADDOSSO: È COSÌ?
«Assolutamente: l’unico modo - diceva lei - per superare i drammi, è quello di riderci sopra. La poesia ha il potere con l’ironia di trasfigurare la realtà, anche quella più grave».
IN RIFERIMENTO A “MARE E TERRA”, GLI UOMINI DI OGGI TENDONO PIÙ A FUGGIRE O A RIMANERE? E GLI ARTISTI?
«Oggi è veramente un grande caos: l’uomo fa fatica ad accettare il presente ed è sempre proiettato verso il futuro; dunque, non è mai contento. Quando è sulla terra vuole andare in mare e viceversa. L’artista dovrebbe avere la consapevolezza del presente e del momento attuale. Dovrebbe indicare un lumicino, una strada da seguire perché ha una grande sensibilità e potrebbe farlo. Nel mio caso sono avvantaggiato dall’aver lavorato con la poetessa più grande del Novecento, e con i miei versi riesco a comunicare e a dare una piccola indicazione, ma senza la presunzione
di dare messaggi. Riesco a dare una speranza, la poetica di Alda Merini; una donna che ce l’ha fatta
nonostante tutto, e con gioia».
(Articolo di Giovanni Zambito, pubblicato su Orizzonti n. 38)
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