| Al rientro da una lunga vacanza estiva con la famiglia in Sicilia, ho voluto dedicare un libro a Bagheria, città natale di mio suocero, intitolandolo: La mia BAARÌA futurista. Avevo già scritto un libro: "Totò partenopeo e parte-futurista", dove affrontavo il discorso del particolare Futurismo meridionale e andavo alla ricerca dei fermenti futuristi nel teatro e poi nel cinema di Totò, in un rapporto dinamico e originale con la Tradizione partenopea più verace. Dal teatro dei burattini, alla Commedia dell'arte (ecco Pulcinella), al Varietà, con i suoi grandi maestri (da G. De Marco a E. Petrolini e altri).
Ho così narrato in questo mio ultimo libro, seguendo una personale ispirazione futurista, una mia BAARÌA fatta di riflessioni storiche, di incontri, dialoghi, suggestioni, compenetrazioni, in un intreccio di tempi diversi, dove pure il capolavoro di G. Tornatore è sempre presente. E con un finale volo "aeropoetico" sulle ali di un bambino/gabbiano nel cielo di Bagheria e oltre.
Ricordando anche i poeti futuristi bagheresi, il grande artista R. Guttuso e ovviamente Totò, in tante pagine ora realistiche, ora comico- grottesche, ora liriche, venute alla luce in quella "Centrale di poesia", che era per Marinetti proprio Bagheria. Raccontate in una serie di scene, come in un film. La mia BAARÌA appunto. Considerando l'Arte come una festa futurista (alla Cangiullo) di libertà creativa.
(Prefazione di Aldo Marzi)
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