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Il senso del tragico alternato al ridicolo e la profonda tristezza di chi “non sa credere”... La tragedia greca rimuginata come l’indebolirsi di un sentimento ancestrale e violento... E altro... “Che cosa succede all’Io sprovvisto di “forza”, oppure al genio svuotato della sua genialità... La sua determinatezza vaga in una nebbia zeppa di pensieri, sentimenti, e quanto altro, che mai si concretizzano in una azione mirata ad emergere, mai raggiunge anche solo la vetta di un’“idea”... L’immergersi nell’indeterminato è assoluto e contemplato in un’immagine interiore... La vista esteriore è assente, crogiolatasi in passati sensi di colpa immaginari... Il rimanere nel brodo primitivo comporta all’Io di rinchiudersi al senso esterno, ma comporta anche una visione nuova di realtà, e forse comporta l’immaginarsi un cielo del tutto “originario”, che scopre un esclusivo mondo, il mondo delle possibilità incompiute... E in questo universo nuovo sta forse la salvezza del poeta, ma anche la “sua” follia!... Perché il folle nella sua incompiutezza forse non è che il costruttore di mondi proibiti...”
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L’autore nasce il 6 luglio 1955 a Parma ove risiede; lavora in una Pinacoteca Civica della città. Autodidatta e amante dei libri. Questo scritto nasce da una “fantasiosa” meditazione sulla lettura della Nascita della Tragedia di Nietzsche.
Collana "Gli Emersi - Narrativa"
pp.260 €14,00
ISBN 978-88-6498-669-2
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