| "Buoni preti paesani e bonari parroci di campagna che non sognano blasoni di nobiltà ecclesiastica, credono facile impresa all'ombra di campanili e povere canoniche, impedire la via alle nuove grandi idee di giustizia sociale e di fratellanza umana".
Così Cesare Squitti comincia il suo appassionato saggio e subito si apre il palcoscenico di un un'Italia la cui situazione politica è permeata da un fortissimo filo americanismo.
I democristiani incentrano la loro propaganda sulla lotta al comunismo identificandolo con l'anticristo, nella migliore tradizione dei cattolici fascisti.
Uno scudo che difende la croce e Cristo dai comunisti, già scomunicati nel '49 dal Santo Uffizio, veniva sventolato come simbolo della Democrazia Cristiana; un'icona che attecchì sulle masse in gran parte analfabeta, soprattutto nel meridione.
Con tale propaganda la Chiesa e i cattolici offrivano un'alternativa alle sinistre volta esclusivamente a perpetuare lo status quo.
L'autore sovente sottolinea, attribuendogli colpe enormi, l'azione, contraria al Vangelo, della Chiesa attraverso i preti di piazza, i padri lombardi, "sedicenti microfoni di Dio", i quali si rendono complici dei ricchi latifondisti sfruttatori delle masse ignoranti.
Collana "Saggistica Aletti"
pp.444 €21,00
ISBN 978-88-6498-390-5
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