Home Page  
Progetto Editoriale  
Poesia  
Narrativa  
Cerca  
Enciclopedia Autori  
Notizie  
Opere pubblicate: 19994

-



VII PREMIO LETTERARIO INTERNAZIONALE AL FEMMINILE

MARIA CUMANI QUASIMODO

SCADENZA
28 APRILE 2023

 

 



 

 

 

Il libro più amato da chi scrive poesie,
una bussola per un cammino più consapevole.
Riceverai una copia autografata del Maestro Aletti
Con una sua riflessione.

Tutti quelli che scrivono
dovrebbero averne una copia sulla scrivania.

Un vademecum sulle buone pratiche della Scrittura.

Un successo straordinario,
tre ristampe nelle prime due settimane dall'uscita.


Il libro è stato già al terzo posto nella classifica di
Amazon
e al secondo posto nella classifica di Ibs

Se non hai Amazon o Ibs scrivi ad:

amministrazione@alettieditore.it

indicando nell'oggetto
"ordine libro da una feritoia osservo parole"

Riceverai tutte le istruzioni per averlo direttamente a casa.



Clicca qui per ordinarlo su Amazon

oppure

Clicca qui per ordinarlo su Ibs

****

TUTTO QUELLO CHE HAI SEMPRE VOLUTO
PER I TUOI TESTI

vai a vedere quello che ha da dirti Alessandro Quasimodo
clicca sull'immagine

Le opere più interessanti riceveranno una proposta di edizione per l’inserimento nella prestigiosa Collana I DIAMANTI
Servizi prestigiosi che solo la Aletti può garantire, la casa editrice indipendente più innovativa e dinamica del panorama culturale ed editoriale italiano


 
Info sull'Opera
Autrice:
Rivista Orizzonti
Tipo:
Racconto
 
Notizie Presenti:
 -

CONSIGLI D’AUTORE: Quando ha cominciato a scrivere?

di Rivista Orizzonti



Rispondono: GIORGIO FALETTI, LAWRENCE BLOCK, VINCENZO CERAMI, MICHAEL CUNNIGHAM

GIORGIO FALETTI
«In realtà io scrivo da sempre. Ho cominciato come autore di testi comici, e mi sono occupato personalmente della parte letteraria delle mie canzoni.
Poi un giorno un mio amico giornalista ha letto i racconti che scrivevo e mi ha spronato a cercare un editore. Per quanto strano possa apparire, pur essendo un personaggio pubblico non è stato per nulla semplice riuscire a trovare un editore disposto a darmi credito, anzi la mia popolarità mi ha parecchio ostacolato in quanto molti hanno cercato di dissuadermi dal mio proposito, suggerendomi invece di scrivere un libro meno impegnativo.
Sono stati molti che vedendo in me solo un comico non mi reputavano in grado di riuscire a scrivere testi che avessero una validità artistica: “Sei un comico, fa il comico” è stato il commento più diffuso.
Non mi sono arreso e sono approdato alla Baldini Castoldi Dalai. L’editore ha letto i miei racconti e gli sono piaciuti, ma mi ha consigliato di scrivere un romanzo anziché tentare di proporre dei racconti. Gli ho dato ascolto e così è nato “Io Uccido”».

LAWRENCE BLOCK
«Ho cominciato a scrivere fin da giovanissimo e sul perché, beh, non c’è un perché ci si avvicina alla scrittura, è una cosa che si fa e basta.
Riguardo alla scelta del thriller, quella è stata una casualità. Avevo 19 anni e studiavo lingua e letteratura inglese nel college di Yellow Springs, in Ohio, e inviai alcuni racconti a una rivista letteraria come la vostra. Ne scelsero uno e me lo pubblicarono. Così si può dire che sia nata la mia carriera di scrittore.
In realtà quando ho cominciato a scrivere, non avevo una chiara idea del genere che mi avrebbe dato fortuna, e non ero orientato in maniera tassativa verso il thriller.
Però ho sempre subito la fascinazione delle crime fictions, soprattutto per il fatto che trovo questo filone narrativo molto ampio, una specie di contenitore nel quale si può trovare di tutto.
In realtà più che un genere, la narrativa gialla è una scusa per parlare dell’animo umano.
Nel momento in cui si comincia ad entrare nella psicologia dei protagonisti, si ha la chiave di volta per poter affrontare le tematiche inerenti il sentire dell’uomo, ma anche la possibilità di discutere della società, come fanno molti altri autori contemporanei, di politica, di ambiente.
Insomma la crime fiction è una fiction, una finzione letteraria: la bravura di un autore sta nel saper utilizzare i moduli narrativi per trasfigurarli».

VINCENZO CERAMI
«Io ho iniziato piccolissimo, spinto dal bisogno di voler comunicare con il mio insegnante di lettere, che era Pier Paolo Pasolini. Quando lui ci assegnava i temi liberi in classe, io scrivevo racconti che lo facessero ridere perché sapevo che a lui piacevano, visto che stava poco bene -è stato anche cieco per un po’ di tempo- ed era molto timido. Così lui ha iniziato ad accorgersi di me. Poi col tempo ho cominciato a capire che scrivere non è altro che raccontarsi attraverso il linguaggio, ma non direttamente come quando si scrive un diario, ma raccontarsi raccontando gli altri. È necessario che io mi metta in scena, per vedere le cose di me che hanno anche gli altri, in modo che loro possano percepire il mio messaggio e riconoscersi».

MICHAEL CUNNIGHAM
«Ho iniziato a scrivere in college, allorché mi resi conto di non avere la stoffa necessaria per fare il pittore. Del resto, non ero nemmeno certo di possedere il talento per fare lo scrittore, ma, ad un certo punto realizzai che il problema fondamentale -vale a dire come creare qualcosa sulla carta che assomigliasse alla vita per mezzo della scrittura- era infinitamente importante per me, come non lo era mai stato il dipingere. Mi sono sempre chiesto, fin da allora, se il “talento” non abbia almeno un po’ a che fare con un misterioso e inesauribile interesse per un’inclinazione a portata di mano».

(Articolo a cura della redazione, pubblicato su Orizzonti n. 33)


Continua a seguirci su facebook al seguente link:
www.facebook.com/rivistaorizzonti






Segnala questa opera ad un amico

Inserisci una nuova Notizia
Notizie Presenti
Non sono presenti notizie riguardanti questa opera.