| Quando il coniuge tradisce la moglie senza pensare alle conseguenze. Storie di scappatelle ambientate nel meridione, ragioni e conseguenze.
di Silvia Greco
Sullo scaffale in libreria trovo una copia di un libro che non conosco. L'autrice, Luisella Morvin, scopro essere una ex insegnante che per anni si è occupata dei bimbi della scuola elementare. Sulla quarta di copertina leggo che ha cominciato a scrivere in età avanzata e sono talmente tanti i ricordi che mi si affacciano alla mente che decido di acquistare il libro.
"Si fa... ma non si dice. Si dice, ma non si fa. Però... c'è pure chi lo fa e lo dice!!! Che cosa??? Tutto quello che si fa nell'adulterio!...".
Mi incuriosisce molto questo incipit, così, ancora in libreria, mi sorprendo a leggere il primo racconto della serie: "Il cigno nero".
Mi intenerisco subito quando leggo che la storia è ambientata in una Napoli ante-guerra, in un quartiere, quello del centro storico, ben ricco di leggende, storie d'amore e di follia, di rivolte e piccole meschinità di odore di pizza fritta e di sporcizia.
Non ho mai letto libri della Morvin, anche se scopro averne scritti vari: l'amore libero, i problemi degli anziani... Ma subito mi appassiona l'idea di leggere della città delle contraddizioni e mi affascina la capacità della scrittrice di evocare i suoni, i colori, le ipocrisie, la violenza e la solidarietà di uno dei popoli più controversi del Belpaese.
Fiabe per adulteri è un libro di racconti, una sorta di novello Decameron tutto incentrato sulla vita coniugale, sulla difficoltà di affrontare la routine della vita di coppia e sulle tanto famigerate "scappatelle". Nella maggior parte dei racconti, nonostante si noti una certa par condicio nella condanna dell'adulterio (non sono solo le donne ad esser tradite in questo "Zibaldone delle corna"), emerge uno strano desiderio di libertà, un egoismo sconfinato del traditore che, dimentico delle promesse fatte forse in troppo giovane età, forse senza troppa profondità di sentimenti, forse pensando solo a trovare una soluzione all'affrancamento da casa dei genitori; si abbandona all'adulterio senza mai troppo considerare le conseguenze.
I racconti sono per la maggior parte ambientati in Campania, o comunque nel centro-sud, in epoche diverse.
Quello che colpisce di queste "fiabe", non è tanto il racconto dei tradimenti in sé, quanto la lucidità con cui l'autrice, nella sua condanna dell'adulterio, riesce a cogliere la sofferenza della famiglia sgretolata, il dolore dei figli che si sentono responsabili della rottura dei genitori, che, sballottati da una parte all'altra, finiscono col vivere vite spezzate.
Non sarà un capolavoro che cambierà la storia della letteratura, come a suo tempo fu il Decameron, ma è un libro carino, le pagine scorrono veloci sotto gli occhi del lettore, lo stile è semplice e molto discorsivo, i personaggi sono delineati tutti con chiarezza e dovizia di particolari e un libro resta pur sempre un buon modo per passare il pomeriggio.
Quello che non ci convince è il dito accusatorio dell'autrice che non sempre tende a mettere in luce le vere motivazioni che spingono un essere umano a tradire e che poco indaga sulle eventuali colpe del tradito.
Luisella Morvin, insegnante alle elementari per 30 anni, dilettante di musica e canto, appassionata lettrice di romanzi d'amore. Ha incominciato a scrivere in età avanzata. Non è mai troppo tardi.
Titolo: Fiabe per adulteri
Autore: Luisella Morvin
Editore: Aletti
Anno: 2010
PAGINE
168
€ 14,00
ISBN
978-88-6498-467-4
Fonte: WHIPART.IT
http://lnx.whipart.it/letteratura/8165/adulterio-morvin-greco.html
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