| INTERVISTA A GIUSY DEL VENTO, POETESSA E SCRITTRICE CANOSINA.
La più bella sorpresa per Pasqua è il romanzo, dal titolo “Filippo Canosa e la Principessa”, per Aletti Editore, scritto dalla canosina Giusy Del Vento, appassionata di letteratura, storia e archeologia. Nella primavera culturale di Canosa di Puglia “Città d’Arte e di Cultura” fiorisce la bellezza di un sogno che diventa realtà: il primo romanzo di Giusy Del Vento dalle tinte di un giallo, ancora tutto da sciogliere, nel viaggio al sud per un giovane protagonista che per l’occasione scoprirà nuove realtà, nuovi valori e si troverà a dover fare scelte importanti. Nella sua permanenza a “Canaus, in latino Canusium, in greco Canusion”, Filippo approfondirà le sue amicizie, le sue conoscenze archeologiche ed eno-gastronomiche: “lampascioni in agrodolce con il pane caldo, l’olio e il pepe”, dalla significativa comparazione “il tartufo sta ad Alba, come il lampascione sta a Canosa e al nord della Puglia”. Le sue info-investigazioni curate nei dettagli, nei minimi particolari possono ben illustrare uno spot turistico promozionale per la nostra città, spesso bistrattata, danneggiata e saccheggiata negli anni. Il messaggio di Giusy Del Vento è coinvolgente e di sicuro appassionerà e arricchirà i lettori grazie alla sua scrittura snella ed efficace che esalta il suo grande amore per Canosa. Le sue poesie in vernacolo sono state premiate nel 2008 al “Memorial Vincenzo Carbone”, concorso nazionale di poesie, ottenendo il primo posto con la poesia “Cammenète”, successo bissato nel 2010 con le poesie “Penzire Lundène” e “La Zambène” nella sezione comica-satirica. La sua giovane e pulsante produzione letteraria, inoltre annovera alcune poesie pubblicate nella silloge Olimpo Lirico a cura di Tina Piccolo per Carello Editore. Per Canosaweb, forte sostenitrice della cultura, Giusy Del Vento ha risposto con nonchalance alle domande di seguito riportate:
Chi è Giusy Del Vento?
Giusy prima di tutto è una donna, innamorata della sua famiglia e del suo paese. Ha un marito e due figli, ormai ragazzi che sono il suo successo migliore! Inoltre crede che ciò che si desidera fortemente , prima o poi lo si ottiene.
Come è nata la passione per la lettura, la scrittura, la poesia?
Non ricordo nel senso che, ho l’immagine di me che fin da bambina intorno al braciere d’inverno con le mie sorelle mi contendevo l’unico libro di favole, con poche immagini e storie lunghissime che ci facevano sognare, poi mi rivedo sulla soffitta a leggere e scoprire la mitologia greca da un libro usato, regalatoci da uno studente universitario vicino di casa. Alle medie ho poi scoperto la narrativa leggendo “ Il treno del sole ” di Renée Reggiani e me ne sono innamorata.
Il genere letterario e libri preferiti? Il libro da tenere sul comodino…
Il genere letterario è molto vario, al primo posto però metterei il romanzo storico, al secondo la grande narrativa italiana e poi le biografie, i classici e i gialli, quelli fatti bene, non trascurando le riviste ed i saggi di archeologia appunto. Non sopporto la fantascienza, i fantasy e gli horror. Sul comodino c’è di tutto ma periodicamente si alternano Manfredi, Camilleri, Reggiani, Agnello Hornby, Eco .
Descrivere con 3 aggettivi il romanzo “Filippo Canosa e la principessa ”, presentato sabato 16 aprile presso Palazzo Iliceto, sede della Pro Loco di Canosa di Puglia…
Unico senza presunzione, perché un racconto su Canosa romanzato come “Filippo Canosa e la Principessa” non è mai stato scritto e se c’è, chiedo scusa ma non l’ho mai letto. Fresco, infatti è appena uscito da un mese! No, a parte gli scherzi , l’apprezzamento che più ho gradito sul libro è che si legge con facilità ed è rivolto a tutti. E’ una storia giovane di giovani su un paese che ha quasi tremila anni di storia e sembra nato l’altro ieri. Avvincente, questo lo prendo a prestito da tutti quelli che hanno letto il libro e mi hanno riferito la stessa sensazione.
Un giovane che vorrebbe pubblicare un libro, non avendo grosse disponibilità finanziarie, cosa deve fare? Quali sono le difficoltà che si incontrano?
Ahiahiai ! Questa è tosta, non è facile purtroppo, io mi sono rivolta a tutti gli organi convenzionali dell’editoria e della letteratura, senza risultati per anni. Per i primi due libri, ho dovuto fare da me con tanta determinazione e risparmi minuziosi, ringrazio la mia famiglia per questo. Per il terzo, il racconto in questione, ho partecipato ad un concorso nazionale di una piccola casa editrice e l’ho superato, ottenendo così la stampa con un piccolo impegno finanziario da parte mia. Chi l’avrebbe mai detto? Il mio percorso è durato dieci anni senza mai arrendermi, quindi ragazzi se ci credete voi , ci crederanno anche gli altri.
Giusy del Vento e il dialetto, le poesie in vernacolo, i suoi poeti preferiti … Come nasce l’ispirazione…
Il dialetto, lo amo anche se non lo parlo spesso. E’ un humus dove si può riconoscere: la storia nelle parole che lo compongono portate dalle varie dominazioni sul nostro territorio, ad incominciare dai greci , bizantini, arabi, normanni, spagnoli, francesi e chissà quanti altri ancora. Senza dimenticare la saggezza millenaria contadina che ha creato delle parole uniche ed intraducibili, infatti se proviamo a riportarle all’italiano perdono parte del loro significato e soprattutto tutta la loro musicalità. Ho scritto poesie in vernacolo, che hanno anche ottenuto primi premi in concorsi nazionali, ma soprattutto ne leggo in ogni dialetto, anche del nord e mi piace tradurle da me, prima di leggere la trasposizione in italiano dell’autore. Poeti preferiti tanti, quelli che hanno scritto e scrivono nel dialetto quasi tutti. Ognuno è un mondo a se, lo scorso anno ho scoperto Ghiannis Ritsos , un poeta greco e mi sono innamorata delle sue poesie . L’ispirazione . . . bé è inspiegabile, almeno per me. Non puoi decidere ora scrivo. E’ lei che si presenta sempre senza bussare e spesso mi è capitato di dovermi alzare nel cuore della notte per cercare con frenesia penna e un qualsiasi tipo di supporto buono per fermare le parole ed i pensieri.
La Puglia negli ultimi anni è diventata un set cinematografico, il suo romanzo potrebbe essere la trama di un film, magari un cortometraggio ambientato a Canosa di Puglia, terra di contadini, “tombaroli” e investigatori…
Questo è l’augurio più bello che io voglio accogliere non solo per il mio racconto, ma soprattutto per il mio paese. Che cosa gli manca? Nulla, la storia c’è tutta! Mistero, trama, commedia, sentimento e Canosa sarebbe una location fantastica non ci sarà bisogno delle scene di Cinecittà, abbiamo tutto qui e tutto vero! Quindi lancio un appello a Sergio Rubini per la regia ed a Lino Banfi per il ruolo di zio Nicola, sarebbe stupendo. Sulla Baronessa di Carini ci hanno fatto una serie televisiva anzi due, perché non girarne una sulla “Principessa Opaka” di Canosa ? Sergio, Lino, la storia è vostra a patto che si giri qui.
Archeologia, enogastronomia, percorsi tra le campagne canosine minuziosamente descritti, sono brand di qualità, non di poco conto per presentare la nostra città nell’ampio panorama turistico che l’Italia offre? Si deve continuare su questa strada intrapresa da molti nostri concittadini attraverso recensioni e pubblicazioni di vario genere?
Si ma non solo, oltre a recensioni e pubblicazioni che davvero non ci mancano, ci vorrebbe qualcosa di tangibile e concreto. Racconto un aneddoto, in terza elementare io ed i miei compagni scrivemmo con emozione, in un compito di italiano che Canosa avrebbe avuto a breve un museo Nazionale, si potrebbe incominciare da li. L’anno era il 1976, lascio ai lettori fare un po’ di conti .
Soddisfatta di ciò che ha realizzato ? Progetti per il futuro da scrittrice? Se si, anticipazioni..
Abbastanza soddisfatta, ma c’è tanta strada da percorrere ancora. Progetti? Un altro libro, ho già la bozza della storia in mente, ripercorrerà per certi versi le orme del primo, ma in maniera diversa e poi un romanzo familiare ma ancora lontano nel tempo, perché avrò bisogno di un lavoro di ricerca immane . Vedremo.
I suoi hobby…
Non vorrei annoiare, ma colleziono, monete banconote e francobolli, mi piace la pittura, visitare i musei, il cinema, la lettura, i viaggi e . . . un po’ troppi vero?D’accordo basta così.
Facendo prevenzione, informando i giovani dei pericoli sull’abuso di alcol e quant’altro di stupefacente prima di mettersi alla guida, dopo aver trascorso delle ore in birreria, in discoteca, può dare un consiglio.
Ragazzi, senza falsi moralismi e prediche divertirsi con gli amici è una gioia, un godimento, ma lo sballo vero è poterlo fare fino a 90 anni e più . . .La mia droga preferita è la vita, non te la vende nessuno, è tua gratis ! Vedi di non venderla mai a nessuno!
Il suo motto…
E’ un passo biblico, l’ho inserito anche nel racconto: L’amore è più forte della morte . . .
Ringraziamenti particolari…
Antonello, Ornella e Mattia, mio padre Antonio che mi ha passato l’amore per i libri e per l’onestà e mia madre Maria che mi ha dato la vita e l’amore, che ognuno di noi si merita.
Bartolo Carbone
Fonte:
http://canosaweb.it/canosa/informa/6866.html
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