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Info sull'Opera
Autore:
Rassegna Stampa
Tipo:
Poesia
 
Notizie Presenti:
 -

NOSTALGIA D’ORIZZONTI di Anna Maria Gargiulo, Aletti Editore riceve un riconoscimento al Premio Città della Spezia

di Rassegna Stampa

L’ ASSOCIAZIONE CULTURALE NUOVA SPEZIA

comunica che la Giuria della 33° Edizione

del PREMIO BIENNALE INTERNAZIONALE DI POESIA E NARRATIVA “CITTA’ DELLA SPEZIA” , ha assegnato al libro edito di poesia “NOSTALGIA D’ORIZZONTI”
di Anna Maria Gargiulo, Edito Aletti, novembre 2010,
il Premio Speciale della giuria Città della Spezia 2011.


La cerimonia della premiazione si è svolta a La Spezia, presso il C.R.D.D. in località Piazza D’Armi, 13.


Per notizie in dettaglio consultare il sito: www.assnuovaspezia.org






La vaghezza del titolo intende sintetizzare, anticipandone il senso globale, l’intensità della poesia che si addensa in questa raccolta divisa in ben cinque sezioni (Stagioni, 8 Marzo, Commiati, Io attendo il Veniente, Nostalgia d’orizzonti), le quali, pur avendo in prevalenza una specifica inconfondibile unità tematica, si presentano come le singole parti di un discorso unitario sia nell’ispirazione che nel significato ultimo dell’intero libro. All’interno di tale struttura generale ciascuna sezione (tranne la prima, dove però l’interna divisione quotidiana in Alba, Giorno e Notte anticipa la scansione annuale delle Stagioni, e la seconda, che riassume nel titolo il tema della condizione della donna nelle ancor troppo diverse situazioni storico-culturali nel mondo contemporaneo) trae l’intitolazione dall’ultimo componimento in essa compreso. Artificio? Direi piuttosto: ricerca e sottolineatura dell’armonia celata nella successione delle singole indicazioni come riflesso di quell’armonia totale dello spirito ch’è l’oggetto ultimo della ricerca poetica tesa a superare le disarmonie del reale attraverso l’arduo tramite della parola. Non un espediente meramente formale, dunque, bensì la connotazione emblematicamente personale di un mondo e di una vita che vogliono redimersi dalle insanabili e inevitabili disarmonie della reale condizione dell’uomo.
Questa precisazione, preliminare al discorso di presentazione dell’opera poetica della Gargiulo, elimina il rischio di fraintendimenti e introduce e indirizza l’interpretazione della poesia difficile e adulta, profonda e densa, tutta impegnata a redimere il male e il dolore del mondo nell’intensità semantica della parola.
Ed è su questo terreno che l’ispirazione, pur muovendo da esperienza diretta, e quindi singola e personale, della dolorosa condizione dell’uomo nel mondo e nel tempo, si leva fino ad altezze vertiginose a contemplare dall’alto le miserie dell’esistenza reale e a reclamare per sé e per tutti i viventi il diritto alla felicità.

Se, a lettura completata, ci si sofferma a riflettere sulla strutturazione dell’intera raccolta e sulla disposizione reciproca delle singole parti, non si può non avvertire la presenza e l’impronta di una personalità dotata di profonda e acuta sensibilità, che, immersa senza riserve e senza cautele nella quotidianità della vita e della storia, ne avverte dolorosamente le angustie e le limitazioni e tenta di superarle con la tensione intellettuale verso l’alto alla ricerca d’un varco che consenta la libera espansione dello spirito e l’immedesimazione con il cosmo e con Dio. E se l’anelito verso l’alto conferisce spessore e bellezza alla parola poetica, vuol dire che il lamento sulla realtà della condizione umana si è redento e riscattato nella purezza del canto. Perciò un’analisi, sia pur breve e sommaria, delle singole sezioni e delle liriche in ciascuna di esse emergenti, vuole essere e si presenta come l’individuazione e l’indicazione di momenti particolarmente intensi e variamente interessanti di quel cammino di elevazione che la poetessa ha faticosamente percorso per riuscire a distillare dalla sofferta esperienza del vivere le limpide note della sua poesia e per ridurre asprezze contrasti e dissonanze in compiuta e struggente sinfonia da offrire, deposta ogni insana superbia, in dono al suo Cristo Redentore.
Si comprende allora anche l’intreccio continuo del reale circoscritto e definito con una ora palese e confessata o addirittura gridata veemenza che dilata fino alla valenza dell’universale il mero dato particolare ora con l’ammutolita coscienza dell’impossibilità di sfuggire al duro destino della limitazione e della sofferenza. Ed anche su questo specifico tema del rapporto tra il dato personale dell’esperienza e la valenza universale della poesia ch’essa ispira si realizza l’armonia come piena e totale rispondenza delle due sfere, talché la voce della poesia si fa spontaneamente eco dell’universale destino dell’umanità divaricata e dilacerata tra la tensione verso l’eterno e il divino e l’attaccamento alla terra e ai suoi beni irrimediabilmente legati nel carcere del tempo e dell’inevitabile caducità.
Queste considerazioni iniziali rendono ragione anche di quella che si può, e forse si deve, ritenere il sigillo vero e autentico della Poesia: la capacità di elevare a valenza universale il significato dell’esperienza personale della vita, ch’è quanto dire che il poeta, il vero poeta, si fa spontaneamente interprete dell’universale condizione umana, pur rimanendo inalterato nella inconfondibile individualità della reale esperienza di vita.

a cura di Antonio Carosella




COLLANA
"Gli Emersi - Poesia"
PAGINE
116
€ 14,00
ISBN
978-88-6498-343-6


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