| Resisti. Lotti. Senti la vita sgretolarsi come un palazzo di carta. Vedi la morte riflessa negli occhi che ami. Ti manca il respiro. Ti senti dentro ad una scatola senza fori ai lati per far passare la luce e l’aria necessaria. Ci sono i pensieri, alcuni molto delicati. C’è l’indicibile, ciò che le parole non possono esprimere.
Tutto questo, e molto altro, si sente fra le pagine di Questo uomo nuovo di Marianna Rombaldi edito Aletti.
Il libro racconta di un breve percorso verso la redenzione, tra scompensi e disperazione, fino all’accettazione del destino, da parte di un giovane ragazzo condannato alla pena di morte.
Si raccontano, attraverso un rapporto epistolare con la madre, i mesi successivi alla sentenza e precedenti all’esecuzione capitale: la solitudine, il dramma del castigo, sia dal punto di vista del giovane, costretto a vivere gli ultimi mesi di vita in una cella, sia dal punto di vista della madre, costretta dall’amore per il figlio, a non far trapelare dalle lettere, la sua angoscia e la sua disperazione per la consapevolezza di perderlo presto.
Nel racconto mancano i nomi dei personaggi e dei luoghi: l’intenzione è quella di far concentrare il lettore sulle emozioni e sui sentimenti che i due protagonisti provano in circostanze così estreme.
Marianna Rombaldi nasce a Catania nel 1986. Studia giurisprudenza a Bologna, ma vive a Vieste (in provincia di Foggia), un ridente paesino del Gargano. Ama creare, soprattutto attraverso il disegno e la scrittura e, proprio con “Questo uomo nuovo”, pone in essere uno dei suoi piccoli sogni nel cassetto: scrivere un libro. Attraverso questo viaggio introspettivo, l’autrice tocca un tema, ancora oggi, caldo e difficile: la pena di morte.
Fonte:
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