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Info sull'Opera
Autore:
Rassegna Stampa
Tipo:
Poesia
 
Notizie Presenti:
 -

da 'BARISERA' - 'SONO UN PESSIMISTA A RESPONSABILITA’ LIMITATA'

di Rassegna Stampa



Onofrio Montecalvo presenta a Modugno il suo volume di poesie “Diario di un uomo qualunque”.

“SONO UN PESSIMISTA A RESPONSABILITA’ LIMITATA”.

Trentatré componimenti più un commiato in cui l’autore affida alla pagina bianca riflessioni sulla propria vita accumulate in quasi quarant’anni

“Non educatelo a diventare qualcuno. Insegnategli a essere uno qualsiasi”. Sono le ultime battute che Giuseppe Tornatore fa pronunciare a Marcello Mastroianni in Stanno tutti bene. Chissà se l'avvocato e docente barese Onofrio Montecalvo non abbia trovato, in queste, l'ispirazione per titolare la sua prima raccolta di poesie Diario di un uomo qualunque (Aletti Editore, pagg. 76, Euro 12,00) che presenterà, sabato prossimo, 05 Febbraio 2011, alle 19,00, nel Palazzo della Cultura di Modugno (Ba) - C.so Umberto I - con il giornalista e critico Gustavo Delgado, il poeta Renato Greco, Giuseppe Rana e Fedele Pastore, rispettivamente, Sindaco e Assessore alla Cultura di Modugno. Trentatré componimenti più un commiato, in cui l’autore affida alla pagina bianca riflessioni e pensieri sulla propria vita accumulati in quasi quarant’anni “e che - dice - ho sempre tenuto per me. Una passione che, per quanto sia difficile crederlo, non ho condiviso nemmeno con la famiglia. Tutt’ora mia moglie è all'oscuro del contenuto di questi scritti. Sapeva che nel tempo avevo partecipato a dei concorsi letterari ed ero anche stato ‘segnalato’, ma non immaginava che avessi tanto prodotto. Confesso di far fatica a definirle poesie o autodefinirmi poeta ma, senza la pretesa di raggiungere una fama letteraria o scalare le vendite, se esiste un perché alla nascita di questo librino è l'aver avvertito la necessità di mettere un punto e consegnare queste mie 'confessioni' al pubblico".
Il Governatore Nichi Vendola scrive nella prefazione: “La mia speranza è nella poesia” - dice l'amico Onofrio - e mai verso ha meglio rappresentato un’attitudine alla necessità lirica di interpretare e modificare la realtà".
Quella di Montecalvo è, infatti, una scrittura liberatoria, originata da sentimenti acuti che viaggiano con gli anni spostandosi dalle incerte altalene giovanili alla contesa tra tormento ed estasi di una passione consumata (“...senza il tuo amore sento di essere veramente ben misera cosa: una particella di polvere che l'acqua piovasca trascina via/una tremula goccia di rugiada tra le foghe del bosco” - Il destino degli amanti - ) fino a divenire emozione matura della paternità (“...ti ho desiderato immensamente ed aspettato lo stesso tempo di tua madre” - Paternità - ) o senso di protezione verso i propri rugosi genitori (“voglio imporre a me stesso la vostra eternità” - A mia madre a mio padre”).
“Credo in certi valori come l'onestà, la trasparenza, l'amicizia, il rispetto verso il prossimo”, prosegue l'autore.
“Lungo tutto l'arco di una vita questo è stato un problema perché quando parte di questi principi venivano feriti o delusi inevitabilmente si lacerava qualcosa. Nella scrittura ho trovato una forma di risarcimento che ha permesso alla vita stessa e alle sue sfaccettature felici di trionfare nonostante la mia indole leopardiana. Sono un pessimista a responsabilità limitata”.
-Nel commiato finale c’è un’evidente contraddizione perché dice “la mia poesia è solo mia”. Se fosse davvero così non avrebbe dovuto darla alle stampe.
“Concordo e infatti anche nelle mie Riflessioni iniziali mi riconosco incoerente. Ammetto di essere stato vittima, anche solo per un attimo, della voglia di uscire dall’ordinario, di avere il mio ‘momento di gloria’ e, magari, peccando di presunzione, di essere letto con piacere".
- Chi immagina possa essere il suo lettore ideale?
“Quelli che mi conoscono bene e che pensano valga la pena di scoprire qualcosa di me che ancora non sanno”.
- Perché ha scelto la poesia per esordire nel mondo delle lettere?
“E chi le dice che io non abbia un romanzo nascosto nel cassetto?”.
- Si sente più avvocato o professore?
“Più professore perché stare in mezzo ai giovani consente di essere sempre al passo con i tempi. Si comprendono più velocemente i cambiamenti, di costume e mentalità”.


(articolo di Alessandra Nenna)


da “BARISERA” di Giovedì 03 Febbrario 2011.
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