| Ho letto con vivissimo piacere e interesse la raccolta di poesie, proposta da Maria Luisa Mazzarini con il titolo "E poi soltanto il vento" (Aletti Editore).
Vi ho trovato conferma dell'antico detto latino: "Poeta nascitur!", ma anche del "poietés" dei greci, per i quali il poeta, "ispirato" dall'alto, in qualche modo "ricrea" le cose. Aveva colto nel segno il filosofo dell'idealismo romantico, Schelling, per il quale l'arte è l'organo supremo per accedere all'Assoluto: quell'Assoluto che, secondo il filosofo tedesco, è caratterizzato da consapevolezza e da inconsapevolezza. Condizione, questa, che si riflette nell'animo del poeta, la cui contemplazione della realtà è inebriata da una sorta di "divina mainia", cui si affianca una avvertita adesione alle esigenze della forma. All'Assoluto si schiude Maria Luisa Mazzarini con la sua poesia, da Lei concepita come un "sogno" che "s'avvera"; un sogno, cui dà forza e sostanza un retroterra culturale, dall'Autrice profondamente assimilato. Rivedi, allora, in quel "E poi soltanto il vento" l'"anemos" del mondo greco, che trova riscontro nel latino "animus" e che ti induce a "sentire" quel vento come "Anima del mondo", la cui esperienza la poesia di Maria Luisa vive attraverso l'intuizione. Quell'intuizione, che Le consente una visione d'insieme, intessuta di rapporti analogici e di simboli, e che Le rende agevole superare i confini della realtà fenomenica, su cui si esercita la logica di filosofi e scienziati, per leggere "intus" e cogliere, delle cose, l'"essenza di puro sogno", che "bianca rimane": quasi "essere parmenideo", su cui il poeta innesta il proprio modo di vedere e sentire la realtà delle cose. Ne scaturisce una sorta di "consonanza" o, più propriamente, di "armonia" tra la natura e i sentimenti dell'anima del poeta. Armonia, che emerge in modo splendido, e spesso con note incantevoli, nella poesia di Maria Luisa Mazzarini, sia quando coglie l'intrinseca vitalità del "fiume che scorre e si tuffa nell’ abbraccio azzurro del mare" o quando avverte come "musica lo sciacquìo del mare", sia quando sogna "con dolce malinconia" "il chiaro di luna al mare" o quando, monade ricca di ispirata sensibilità, "finestra aperta sul mondo in fiore", raccorda passato e presente in un “ininterrotto frinire di cicale". Quell'armonia che fa dire alla nostra poetessa:"ed ora in me / rifletto/ la luce piena della luna". Gradevolissima la poesia di Maria Luisa Mazzarini, a cui vorremmo amichevolmente ricordare quel proverbio: "chi è causa del suo mal pianga se stesso". Ora, buon per noi!, non Le resta che farci dono di qualche altra raccolta di versi, sicuramente coinvolgenti. Restiamo ... in attesa.
Carmelo Pagliarello |