| (dal quotidiano La Provincia 11/02/2011)
Occorre sgombrare il campo dagli equivoci: non siamo di fronte al solito feuilleton di intrighi e misteri, di quelli alla moda (alla «Codice Da Vinci», per intenderci), ancorché il mistero lo esibisca addirittura nel titolo. «Il segreto di Emetti», romanzo d'esordio ma già maturo di un giovane scrittore comasco, Peter Schiera, nom-de-plume di un autore occasionalmente prestato all'insegnamento e appartenente a una famiglia di artisti e scrittori di chiara fama della città, è molto di più di quanto il titolo prometta e lasci intendere. È, su uno scenario che è storico carico delle inquietudini e dei più torbidi misteri del nostro tempo, la ricerca di una verità, essenziale per l'intera umanità e in particolare per la storia della Chiesa. Il tutto si articola intorno a una lettera misteriosa, ricevuta da un giovane professore di Letteratura Latina, Paolo Sprengel, il quale si lascia coinvolgere in un'inchiesta molto delicata e pericolosa sulle piste della macchina del tempo, capace di vedere nel passato, il favoloso cronovisore, realmente inventato da un monaco benedettino, padre Pellegrino Emetti (genio o mitomane, chissà?), con la collaborazione di un pool di illustri scienziati, tra i quali Enrico Fermi, sulla base del principio fisico secondo cui le onde visive e sonore, una volta emesse, non si distruggono, disponibili ad essere ricuperate in quanto forme di energia. Comprensibile dunque la preoccupazione e il sospetto di quanti, come il Vaticano o altri potentati politici, da un simile marchingegno avrebbero potuto veder messi in crisi equilibri e verità altrimenti indiscutibili e accettati nel corso del tempo. Deciso a chiarire il mistero delle cause dell'abiura nel 1972 e poi dell'occultamento della sua invenzione da parte del suo ideatore, Paolo Sprengel, assieme ad altri personaggi (un musicologo e un'astrofisica) si ritroverà coinvolto in un'indagine, ricca di colpi di scena, che, facendo perno da Brunate,approderà dopo Milano, Venezia e Londra addirittura in India. La conclusione, costruita in maniera intrigante e suggestiva, lascia il campo aperto a molte ipotesi, tali da far prevedere un prosieguo, ma soprattutto dà il senso di quello che è poi, secondo me, l'assunto fondamentale del libro, ossia che il mondo è un gioco infinito di inganni e di apparenze da decifrare e comprendere con intelligenza e un'assoluta disponibilità, come fa il protagonista armato solo della sua capacità intuitiva. Il volume di Peter Schiera si presenta oggi alle 18 alla Libreria Feltrinelli di Como.
Vincenzo Guarracino
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