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Maria Luisa Mazzarini - E POI SOLTANTO IL VENTO - Editore Aletti
E poi soltanto il vento
Non ricordo bene se in pieno Illuminismo Diderot o Condorcet scrisse che “ La ragione è una tenue fiammella che illumina un’immensa notte oscura”.
Noi poeti possiamo benissimo trasferire tale concetto nell’alveo della poesia perché, se è vero che questa non può rischiarare tutto, è altrettanto vero che può dar luce a ombre diffuse e non spegnere ogni cosa. E non solo ciò vale per il mondo esterno ma specialmente per l’interiorità del poeta.
Maria Luisa Mazzarini con “ E poi soltanto il vento”, edito da Aletti, compie in qualche modo l’operazione di “ dar luce” alla sua sentimentalità che spazia dalle memorie lontane e vicine alle quotidianità più tenere.
Ci sono scrittori, anzi poeti, che hanno dato uno schiaffo all’esistere( i poeti maudits, per esempio), altri che hanno schiaffeggiato e accarezzato insieme in maniera forte l’umanità (Dante Alighieri, per esempio), altri ancora che hanno riservato carezze all’esistenza, visitando con occhio acuto il paesaggio dell’anima(Francesco Petrarca, per esempio).
Bene, un prolungamento della carezza alla vita lo riscontriamo in questa prima esperienza d’autore della Mazzarini.
La delicatezza delle liriche si unisce con una “ levitas” della creatività che con semplicità ma efficacia di immagini si presenta al lettore. E dai grovigli dell’inconscio scaturiscono mani tese a cercare punti fermi e dialogo, per eliminare schegge di solitudine, albe e lune dipinte d’amore e anche “arabeschi di mistero”.
A tal proposito, ci sovviene Roland Barthes quando scrive che “ la poesia è A+B+C+X: proprio l’incognita “X”, l’indicibile, l’inesprimibile, grazie alla lirica, diviene pulsione viva che precorre e percorre i versi anche della Mazzarini.
Qui tutto è più volte sfumato, accennato, atteso, sognato, voluto. E allora il desiderio della libertà, che portano con sé le composizioni, ci racconta non “un’anima in pena”, all’Ungaretti , per intenderci, piuttosto un canto dolce, che a tratti richiama qualche passo pascoliano o un vago segno crepuscolare o meglio ancora la classica compostezza dei lirici greci.
Siamo in ogni modo convinti che quest’abbrivio poetico di Maria Luisa sarà seguito da un più intenso viaggio nell’universo creativo, fermi restando alcuni elementi di “ E poi soltanto il vento “, che sono tenuità di slanci, emotività d’amore per la vita, armonia con il creato. Quest’ultimo riferimento certamente ha il profumo di quelle terre umbre e francescane, così presenti nella poetica della Mazzarini.
Sicuramente l’autrice ci consegnerà prossimi volumi, nati da un fervore di trasalimenti, sì, ma anche da una linea limpida di pensiero che guarda i crepacci del mondo con il candore, diremmo l’ebbrezza del vivere.
“ Tieni caldo il pensiero come una brace tra le ceneri”: questi versi di un autentico poeta italiano, Elio Filippo Accrocca, scomparso alcuni anni fa, li riproponiamo a Maria Luisa, perché perseveri in un esercizio in cui s’intravede, è fatto già chiaro ora, un tragitto di conoscenza di sé e del mondo che ci transita accanto e ci cattura.
Se Maria Luisa volge l’attenzione, stupita, al volo di una farfalla, o insegue la scia di rondini in festa, o gira un occhio sull’intermittenza d’una lucciola, poi trattiene l’altro occhio – e qui il risultato stilistico molto ci emoziona e letterariamente ci convince – “dove le aquile si sposano ai gabbiani “.Simbolicamente è, sì, la solitudine degli alti pendìi frequentati dai rapaci che plana e si unisce con lo stuolo degli abitanti delle pianure marine, ma è, altresì, un’aspirazione più elevata alle intese profonde, alle amicizie, perfino a quelle che sembrerebbero impossibili. Un messaggio dunque di solidarietà e di pace, che è uno dei contenuti più significativi di questo libro.
Un’ulteriore osservazione riguarda la forma, che è musicale espressione di un’interiorità che, pur tra i residui delle inquietudini, che anche Maria Luisa avverte, svela fremiti d’armonie, un “altrove” rispetto alle varie concitazioni esistenziali che troppo ci amareggiano e ci deludono: tra fanciullezza, gioventù, maturità e ogni autunno.
Il libro della Mazzarini resta dunque aperto accanto a noi come un leggìo su nuove pagine.
Montesilvano , 27 gennaio 2011
IGINO CREATI
E poi soltanto il vento
Ho letto con vivo piacere e interesse la raccolta di versi, proposta da Maria Luisa Mazzarini con il titolo "E poi soltanto il vento". L'Autrice lascia intravedere nei suoi versi la ricchezza di sensibilità che Le è propria: una sensibilità, culturalmente motivata, che Le consente di dar vita ad una condizione di "simpatia" con la natura, considerata, anch'essa, dotata di intrinseca vitalità. "Simpatia" e, più ancora, "armonia", la cui interiore esperienza Maria Luisa Mazzarini esprime con finezza di lessico e di stile. Una lettura, quella dei versi della raccolta, che si rivela decisamente gradevole e che ci induce a sperare che l'Autrice continui a farci dono di nuove sorprese poetiche.
Carmelo Pagliarello
E poi soltanto il vento
Il volume di poesie di Maria Luisa Mazzarini “E poi soltanto il vento” è un’opera prima ma denota grande sensibilità poetica e profondità di spirito e sin dai primi versi ci trasporta in un mondo di emozioni e di ricordi legati all’infanzia, quando sapevamo ancora guardare il mondo con gli occhi della fantasia.
L’opera si presenta interessante già dal titolo e dalla foto di copertina. E poi soltanto il vento…cioè il desiderio di libertà , la voglia di conoscere, di lasciarsi andare negli spazi immensi della fantasia, lasciarsi trascinare senza una meta precisa, il desiderio di volare che l’uomo ha sempre provato fin dalle sue origini, di guardare il mondo dall’alto, al di sopra di tutto e tutti.
L’immagine riassume tutte le sensazioni che le poesie contenute in questo libro ci suggeriscono: ci sono il mare, la sabbia, il sole, il vento…e una bimba, vestito e capelli al vento, che gioca libera sulla spiaggia…una bimba felice di vivere questo contatto così profondo con l’ambiente che la circonda.
Questo infatti è l’atteggiamento dell’autrice nei confronti della realtà circostante che lei guarda sempre con gli occhi curiosi e stupefatti di un bimbo, sempre alla scoperta di nuove emozioni.
Questo contatto così particolare e profondo con la natura ci avvolge fin dai primi versi della poesia che apre il volume…stare ad occhi chiusi , ascoltando lo sciabordio delle onde del mare mentre cala la sera, con la sensazione bellissima di essere trasportati via dal vento.
E nelle poesie successive troviamo…l’emozione che crea l’acqua spumeggiante di un torrente che si tuffa nell’abbraccio azzurro del mare…
…la poesia come erba appena spuntata o come neve che brilla al sole…
…la natura sempre nuova con il frinire delle cicale, il volo delle rondini, i gabbiani che volano liberi sulle onde del mare…
…le lucciole nei campi, come fiammelle di speranza ad illuminare la notte della vita in cui si ha, comunque ,ancora voglia di stupirsi e di sperare prima della nuova alba…
…la luce della luna piena che spazza via le nubi…un raggio di sole che ci sveglia al mattino regalandoci la certezza di un giorno sempre nuovo e speciale…
…l’importanza dei ricordi che, come imbarcazioni, ci aiutano a superare le tempeste della vita…
…l’amore come il fiore più prezioso da coltivare nel giardino del nostro cuore…
…la vita che può essere leggera come una piuma solo se sappiamo osservarla con occhi disincantati…
…la donna che crede ad ogni costo nei propri sogni anche quando sembrano solo illusioni e che rompe l’incantesimo che la tiene prigioniera e può essere finalmente libera di realizzare se stessa…
…e quell’ultimo verso solitario che racchiude tutte queste sensazioni ed emozioni “Albero di pesco in fiore!”
Nello spettacolo sempre affascinante che ci offre la natura quello dell’albero di pesco fiorito è forse il più bello, perché con i suoi colori delicati e tenui ci fa capire che finalmente l’inverno è finito, che la primavera arriva per far rinascere di nuovo la natura intorno a noi. Come non pensare ai numerosi quadri che Van Gogh ha dedicato agli alberi in fiore, al pesco in particolare, a dimostrazione di come l’arte, sia essa poesia, pittura o qualsiasi altra forma espressiva, sa cogliere e fissare un attimo, un’emozione, un’immagine che altrimenti sarebbe persa per sempre.
Dopo questo excursus attraverso i versi che di più hanno colpito la mia sensibilità mi sembra doveroso enucleare i punti chiave della poetica della nostra autrice.
Le sue poesie evidenziano , come è stato già detto, un forte legame con la natura: il mare, i gabbiani, le lucciole, le cicale, i fiori…sono simboli, simboli della vita che scorre, in cui l’uomo, se riesce a liberarsi delle sofferenze che lo opprimono può trovare il senso e la ragione della propria esistenza.
Tra questi simboli il vento ha un posto speciale , il vento simbolo di libertà, il vento che può essere dolce brezza mattutina ma anche impetuoso come a volte è la vita, il vento come desiderio di fuggire via dalla realtà di tutti i giorni ma anche voglia di scoprire il mondo, la vita…il vento della poesia.
L’uomo per rendersi libero deve essere capace di ascoltare le voci della natura e di saperla guardare con occhi da bambino, occhi curiosi e meravigliati per lo spettacolo sempre nuovo che può ammirare ogni giorno.
Anche gli affetti, l’amore inteso come universale, hanno un posto importante in questi versi, affetti sinceri, stabili, sicuri che danno la voglia di vivere ogni giorno come un dono, con gioia, che aiutano a portare sulle spalle il peso della vita che diventa così più leggero, come una piuma , appunto, trasportata da una brezza leggera.
Una visione così serena, anche se a volte velata da malinconia, della vita vissuta in un continuo stupore può scaturire solo dalla certezza dell’esistenza di un Ente Superiore, principio e fine di ogni cosa, in cui tutto ha compimento, la natura, l’amore, le gioie, le sofferenze…la vita insomma in tutta la sua pienezza.
I gabbiani nelle poesie di Luisa sono sicuramente protagonisti indiscussi, perché più di tutti gli altri uccelli danno un grande senso di libertà mentre volano o planano sulle onde dell’oceano; mi torna alla memoria la poesia del poeta simbolista francese Baudelaire “L’albatro”. L’albatro, questo uccello marino così bello, con una grande apertura d’ali , maestoso e libero in volo che, una volta a terra, diventa goffo e oggetto di scherno da parte dei marinai che lo catturano. L’albatro è la metafora del poeta che è capace di volare libero sulle ali della sua poesia ma che può essere anche incompreso e deriso dalle persone poco sensibili che non sanno apprezzare la bellezza dei suoi versi. Il poeta si sente esule sulla terra perchè proprio a causa delle sue ali da gigante non riesce più a muoversi.
L’autrice stessa nella poesia “Penombra” parla del poeta che piange” tutte le volte che la realtà del mondo nega l’immaginazione”.
Gli ultimi versi della poesia di Baudelaire recitano così :
“Il poeta assomiglia al principe dei nembi
Che abita la tempesta e ride dell’arciere;
Ma esule sulla terra, al centro degli scherni,
Per le ali da gigante non riesce a camminare:”
Vorrei concludere facendo un augurio a Luisa con i versi di una grande poetessa contemporanea, Alda Merini, che ha saputo sublimare il dolore della sua esistenza attraverso la sua poesia e ci ha lasciato versi toccanti:
“Se trovi l’aquilone della tua fantasia
Legalo con l’intelligenza del cuore
Vedrai sorgere giardini incantati”
Rita Evangelista
E poi soltanto il vento
Ritengo l’incontro di oggi un momento importante per la comunità di Loreto Aprutino; ci offre l’occasione di conoscere un aspetto ancora poco noto di Maria Luisa Mazzarini che molto ha lavorato nella scuola media per promuovere, coltivare le capacità, le risorse e le aspirazioni dei ragazzi a lei affidati.
Ho letto con grande attenzione questo primo libro della mia amica poetessa e mi fa piacere poter comunicare ciò che in esso ho saputo cogliere.
La validità di un poeta sta nella capacità di evocare, attraverso la parola, desideri, bisogni e ricordi del lettore e di comunicargli la sua visione della vita.
“Mio mondo verde” svela il valore della poesia: luogo di rifugio dal dolore per un dialogo negato ed impossibile, ma anche dove continuare ad alimentarsi delle “verdi illusioni di sempre” per conservare la leggerezza e la freschezza del cuore.
In “Speranza” la natura alimenta il bisogno di vivere e non a caso è evocata la pineta dominata dal “verde” dei suoi elementi e in cui arriva lo sciacquio del mare oltre la scura siepe della memoria.
L’ispirazione è frutto di un travaglio, di una fatica fisica “A occhi chiusi”, intellettuale, dell’animo ed è sempre nuova, mai uguale a se stessa come “erba nuova” o rigenerante come “neve che brilla al sole” in “Trattato di poesia”.
Non si può vivere senza ricordi, positivi o negativi che siano, perché essi affondano le loro radici nella terra dell’anima, da cui trarrà alimento per affrontare la tempesta della vita: questo leggiamo in “Mareggiata”.
“E poi soltanto il vento” racchiude poesie piene di simboli che trascendono il contingente, toccano la mente e il cuore.
Davide Rondoni nell’articolo ”I versi sono pubblici o personali?”, apparso sul “Sole 24 ore” del 23 Gennaio, afferma che “la poesia è sempre un gesto dove movimenti della mente e dell’”affectus”(cioè l’energia di legami con la realtà e le persone) si esprimono insieme. Non c’è conoscenza se si pretende di staccare la mente dal desiderio e dalle evidenze del cuore.
Il paesaggio è sempre colto nei suoi aspetti di luce a significare speranza per il domani come si legge in “Spettacolo” o che ricordano desideri fuggenti come chimere in “San Lorenzo”.
La natura è luogo di riflessione, consapevolezza di sé, ma il poeta, come afferma Maria Luisa, non può vivere senza immaginazione perché tutte le volte che la realtà del mondo gliela nega egli vive nella “Penombra”.
Maria Galeota
E poi soltanto il vento
Vorrei subito precisare che le mie, lungi dall' essere un critico letterario, sono soltanto delle riflessioni, delle considerazioni sui sentimenti e sulle emozioni che ha suscitato in me la lettura delle poesie di Maria Luisa.
In verità anche a scuola, quando presento ai miei alunni i vari autori della letteratura cercando di far loro captare quel quid che vogliono comunicarci, sono pervasa da emozione; oggi l' emozione
è senza dubbio maggiore perchè l'autrice delle poesie è mia sorella Maria Luisa ed i luoghi, i momenti, le piccole grandi cose oggetto della sua poesia appartengono spesso anche al mio vissuto. Momenti, luoghi, non dico che li avessi dimenticati, ma che erano come sopiti, addormentati e che Maria Luisa, con le sue rapide pennellate puer et poeta di pascoliana memoria, ha saputo risvegliare e, per dirla con Leopardi, sono tornati a scaldarmi il cuore con il calore di una volta. Sì, a questo SERVONO I POETI, A FISSARE QUELLE IMMAGINI, sensazioni che noi spesso, trascinati dal vortice della vita moderna, non riusciamo a fissare.
Mi sembra di toccare con mano quello spettacolo di mille lucciole poesia pag. 15, cara infanzia di farfalle, rondini e cicale.
Quel mare da noi tanto amato e di cui potevamo gustare il sapore solo d’ estate e poi con la nostra venuta in Abruzzo, è diventato la panacea per tutti i nostri mali sia fisici che spirituali. LA PAROLA MARE O PAROLE CHE SI RIFERISCONO all' area semantica del mare sono diverse: cielo, terra mare pag. 18, brezza pag. 20, mare gabbiani pag. 24, barche tempesta pag. 13. Parlerei anche di queste poesie di Luminismo: TANTI I VOCABOLI CHE RIPORTANO alla luce o alla sua area
semantica: ciottoli di luce pag. 10, neve che brilla al sole pag. 11, la notte delle stelle pag. 14, luminescenti bolle di sapone pag. 21, letto d' oro pag. 32, chiaro di luna pag 35. HO TROVATO Saffo, Leopardi, Pascoli, la pregnanza della poesia ermetica. Una poesia che non rifugge dai grandi temi esistenziali, che può sembrare non apertamente impegnata perchè questi sembrano per così dire buttati lì per poi essere subito ritratti, volutamente, perchè la risposta è lasciata alla libertà individuale.
Una poesia carica di ottimismo, invita ad amare la vita l' amore la libertà, a godere la vita non solo dal punto di vista fisico, ma a360 gradi da tutte le angolazioni dalle quale può essere goduta, la definirei un inno alla vita e mi sembra calzino a proposito le parole di F. DE SANCTIS SU LEOPARDI: NON PUOI
ALLONTANARTI DA LEI E NON SENTIRTI MIGLIORE. IL TUTTO ESPRESSO CON UNA PAROLA LA CUI EFFICACIA è dovuta non tanto ad un accurato labor limae, ma al fatto che sgorga direttamente dal cuore, una parola leggera come voli di farfalle poesia pag. 18, ma tenace, capace di attecchire come tronchi che affondano le radici nella terra pag. 13.
Mi tornano in mente le parole pronunciate dal poeta Mario Luzi in occasione di una sua partecipazione al Premio Penne : la parola va usata con parsimonia, altrimenti diventa frastuono.
Concludo questo mio breve intervento, vorrei chiamare mia sorella con il nome con cui voleva essere chiamata la nostra
grande Alda Merini : la poeta, la poeta Maria Luisa Mazzarini.
Maria Carla Mazzarini
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