| Pathos. Tantissimo pathos in questa silloge poetica di Monica Rustici "Pittrice inconsapevole". Non sento di poter iniziare questa recensione con una parola differente. I versi presenti in questo libro espongono un'infinita delicatezza espressiva, una delicatezza che alle volte è quella di una lama affilata che tuttavia ci sfiora appena, neanche, ci volteggia sopra come a rammentarci che un coltello può ferirci a morte anche se a brandirlo sono mani delicate e pure. L'autrice vuole affrontare quel tormento del cuore che cerchiamo di nascondere, di dimenticare, e vuole sprofondare nella latente sofferenza che mai potrà abbandonarci. E ci riesce benissimo, usando alle volte un velatissimo erotismo, che chiamarlo tale sembra quasi uno sproposito, tanto appare naturale e pragmatico quanto segretamente letale per chi sta "dalla parte opposta" del foglio stampato:
Qualcosa di caldo / che riesca a liquefarmi il cuore, / affinché scenda umido tra le gambe.
Passione inarrestabile, tra un vortice di sentimenti contrastanti e potenti, capaci di farti posare il libro e rimuginare per alcuni minuti questi versi, per sentirteli addosso, caldi, presenti, per renderli veramente parte di te, e non soltanto una qualche mera parola scritta.
Entrerò nei tuoi sogni / ogni notte della tua vita, / ora, / che mi hai regalato la chiave. / La custodirò gelosamente / tra le mie cosce.
Monica Rustici getta un leggero e pungente raggio di dolce eros in alcune poesie, quasi fingendo che non sia tale, come se fosse un ingrediente buttato all'ultimo secondo, ma senza il quale la pietanza sarebbe risultata vagamente insipida, priva di forza ed energia. Un erotismo che non desidera essere fine a se stesso, ma parte integrante di un più ampio spettro di emozioni umane, di sofferenza recondita ma sempre presente, di quell'indescrivibile legame che tiene uniti amore e dolore, speranza e rimorso.
Originalità e ricercatezza di linguaggio sono gli altri due elementi chiave per fornire una descrizione precisa della poetica di Monica. Infatti, la silloge inizia con la poesia "Gerundio", una poesia assolutamente innovativa nel tema, ma che non rinuncia alla propria soavità. Non appare sterile, non si tratta del banale sperimentalismo poetico, ma della maestria che l'autrice sembra possedere come dono naturale, anche se, come si evince dalla quarta di copertina, tutto ciò è frutto di un preciso e intenso percorso artistico.
Infine, con grande sorpresa e un senso di "scoperta" leggiamo che: il ronzio di un moscone rompe il silenzio: / si appoggia sul muro. / Proprio lì, sulla mia crepa? / maledetto insetto!
Questa poetessa è una deliziosa e pacata scoperta ad ogni nuova pagina. Intriga questa sua abilità di disporre versi e di "incastrare" parole laddove altri avrebbero banalizzato un concetto. Vi sono alcune poesie che appaiono convenzionali o addirittura "fioche", deboli, come fossero uno schizzo, non un disegno finito. Ma queste ultime costituiscono una percentuale irrisoria in questa lunga e oscura galleria di quadri d'autore, dove questa "pittrice inconsapevole" (ma in realtà fin troppo consapevole) ha pennellato nei nostri sensi una passione e una finezza di espressione degne di nota. Degne di un vero artista.
Il mio immenso dolore / ha bisogno di spazio.
"Pittrice inconsapevole", un piccolo testo da centellinare con passione.
Di Andrea Mucciolo.
Fonte: Galassia Arte.
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