| Di Rita Pacilio
Da trans per il latino ‘al di là’ e ‘humanàre’ da ‘humànus’ ‘attinente all’uomo’: passare dallo stato umano a grado di natura più alta o divina: Trasumanare di Susanna Montis per Aletti Editore.
Susanna Montis in questo percorso poetico, ci guida ad innalzarci, a trascendere. Non a caso, ‘Transumanare il sapere’ opera attribuita ad Eliot che lo stesso tenne a precisare apparteneva, invece, al grande studioso della Letteratura Inglese, Roberto Sanesi, presentava tre saggi critici scritti dallo stesso Eliot su Dante ‘Scritti su Dante’ (Bompiani, Milano 1994).
Il titolo quindi come chiave di lettura del testo.
Trasumanare: un sentiero marcato da un linguaggio dotto e conforme ad un pensiero filosofico intensificato da una vita poetica relazionata intimamente con un vissuto corrispondente al tempo reale. La generazione poetica non subisce blocchi di vertigini intellettuali come spesso si estraggono da poesie estremamente intimistiche che voltano al limite dell’interiorità. Ritrovo l’impronta, invece, dell’essere soggettivo come memoria che costruisce segnali di forte esteriorità del proprio abitat-isola fino a rendersi persona-mondo. Non è una Poesia che arriva dalla provincia, appartata, incantata, isolata, spezzata, chiusa. Non esiste il ‘dove’, l’appartenenza, ma l’ovunque, il tutto, la continuità. (senz’argini/racchiudi un mare).
Dedica una delle sue più belle Poesie a Jeff Buckley, ‘la voce degli angeli’, un personaggio fragile e straordinario, figlio d’arte, degli anni novanta che, scomparso prematuramente, con un solo album, Grace, ebbe il consenso del grande pubblico. Riporto di seguito uno stralcio del testo Grace che anche io apprezzo particolarmente.
Grace
Artista: Jeff Buckley
C’è la luna che chiede di restare
abbastanza a lungo da permettere
alle nuvole di farmi volare via
la mia voce sbiadita canta d'amore
La Montis conosce il pianto come unico dono di ringraziamento (‘Solo il pianto/per ringraziare.) Usa un metro originale come verso. (E’ vivere/che mi uccide./In apnea/non respiro./). Un’abitudine, un atto di fede, una firma, una espressività forte e caparbia che la tiene lontana da forme prestabilite. E’ libera da ogni artificio. Rifiuta zavorre intellettualistiche anche se i suoi versi sono eleganti e parigini. La Poesia della Montis è visiva, colorata; ogni tratto è curato. Nessuna parola è una resa di fronte all’inconoscibile.
Spesso la sonorità è sottile, è per ascoltatori attenti. Qualche crescendo amaro lascia con il fiato sospeso. (‘Nell’aquiescenza/della divina indulgenza). L’emblematica bellezza è riservata nella tensione dei titoli che il Poeta ha lasciato a fine pagina come sigla.
Trasumanare: un grido di libertà, (O lagrima avara!) una ribellione, un amore, una creatura nata dall’acqua o dalla terra, dalla semplicità, dalle ore di tutti i giorni, dalla solitudine, dalla felicità rubata, dal mistero o forse il mistero ancora non lo abbiamo svelato.
Rita Pacilio
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