| Giuseppe Tozzi è nato in un piccolo paese chiamato Greci, arroccato su di una collina. Gli abitanti erano soliti a vivere in armonia tra loro amando, coltivando la terra e accudendo tutti gli armenti.
Dopo aver frequentato le scuole elementari, fu chiuso in collegio per essere un Sacerdote, ma la cosa non funzionò. Terminati gli studi liceali e teologici, decise di ritornare a vivere nel mondo, tutto diverso dalla vita trascorsa in collegio. Fu una grande esperienza vissuta male in quanto non riuscì mai più a trovare un equilibrio sentimentale di prima e né a conservare l'equilibrio richiesto tra lo spirito dell'anima ed il materialismo del corpo.
Ostentava due personalità; durante tutto il periodo spesso si è interrogato su quali fossero le cause: non c'era una causa ma solo un conflitto tra due personalità. Nei momenti di pausa, di riflessione sentiva fortemente dentro il suo cuore tali testuali parole: “Che vita è senza l'amore? Se provassi a sentire dentro di me l'amore verso gli altri e se provassi gioia nel vedere un bimbo nascere o nell'ascoltarlo mentre mi parla, se sentissi di amare colui che soffre per amore e se riuscissi ad ascoltare questa forza d'amore che mi porto dentro, allora sarei all'inizio del comprendere Colui che mi ha donato l'Amore!”
Ha frequentato il Liceo Classico. Successivamente si è iscritto alla facoltà di Filosofia e scuola di Teologia. La passione principale è stata la letteratura Italiana, Greca e Chimica, quest'ultima molto di più perché amava fare esperimenti in laboratorio.
Per dimenticare tutto il suo passato si è dato anima e corpo a quello che la vita gli regalava ma è stato inutile.
Ha preferito vivere una vita sregolata ma poi subentrava in lui puntualmente la solitudine e la paura di restare solo. Gli Hobbies principali sono stati il gioco del pallone, il disegno e poi soprattutto poetizzare. Per tali ragioni e conflitti spirituali è nata la presente storia: “Diario di un giovane nelle memorie di un Passero Solitario”, volendo dare un chiaro messaggio: “Non chiudete mai i vostri figli in collegio, solo se essi avranno una vera e propria vocazione.”
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