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Francesco Rossi presenta il suo “Controcanto pasoliniano”
Una critica letteraria in versi che rilegge “L’usignolo della Chiesa Cattolica” del grande intellettuale italiano
È stato presentato sabato scorso a Monte Roberto “Controcanto pasoliniano”, opera del Prof. Francesco Rossi edita da Aletti Editore, che offre una rilettura de “L’usignolo della Chiesa Cattolica”, raccolta di poesie di Pier Paolo Pasolini datate 1943-1949. In pratica, il libro rappresenta una vera e propria critica letteraria in versi, una preziosa esercitazione retorica su alcune liriche che, seppur scritte da giovanissimo, presentano già tutti i temi portanti dell’opera pasoliniana: il dissidio individuale e interiore dell’autore e l’aspro contrasto tra la tensione celeste e la fin troppo terrena condizione umana, non ancora interrotto dal tarlo di una società che manifesta la sua falsità, il suo vuoto e la sua mancanza di coscienza. Proprio mentre la nuova indagine della Procura di Roma sulla morte di Pasolini entra nel vivo, Rossi realizza un’opera che si può senz’altro definire un unicum. Una sfida vinta, con la realizzazione di 124 sonetti in appena sette giorni (dal 22 al 29 dicembre 2008): “Pasolini – ci dice il Prof. Rossi – rappresenta indubbiamente l’ultimo intellettuale integrale, l’ultimo uomo del Rinascimento. Per vita e visione del mondo lo definirei il Caravaggio dei tempi moderni: è molto difficile non rimanerne affascinati, sia dal punto di vista biografico che ideologico. C’è molto di me nella scelta del sonetto: alcuni possono ritenerlo una camicia di forza, ma per me si tratta di un modello rassicurante. La poesia in generale, poi, è lo strumento in grado di consentirmi un’indagine della realtà di interesse immediato e concreto, senza alcuna sovrastruttura”.
Eppure una personalità così complessa e affascinante come quella di Pier Paolo Pasolini non riesce ancora oggi a trovare un appropriato spazio fra i libri di scuola: “Purtroppo – dice Rossi – la scuola non riesce a vincere il pregiudizio che, al di fuori delle eccezioni più importanti, vede spesso la poesia come arte minore. Al contrario tale linguaggio non è il solo, semplice frutto dell’ispirazione, ma un’arte sublime che necessita di una raffinata sensibilità costruttiva. In tal senso si può paragonare alla musica, ma anche alla scienza, in quanto come questa a partire dall’esperienza riesce a costruire una sintesi della realtà”. Francesco Rossi, 36 anni, è docente di Materie Letterarie presso il Liceo Classico “Vittorio Emanuele II” di Jesi. Ha iniziato la propria attività di poeta nel 2003 e da allora praticamente non si è più fermato: la sua produzione, ripartita in decine di raccolte ancora per gran parte inedite, assomma attualmente a circa 5.500 testi, per un ammontare di quasi 111.000 versi. Tanti anche i Premi e Concorsi Nazionali di Poesia a cui ha preso parte (da segnalare la vittoria al Premio Nazionale di Poesia “Dire” nel 2004 e 2005), oltre lusinghieri riconoscimenti, tra cui il Diploma di Merito al V Premio Letterario Nazionale “Umberto Fraccacreta”, organizzato dal Centro Culturale Internazionale “Luigi Einaudi” di San Severo.
Da “Portobello’s”, Settimanale di annunci, informazioni, sport, tempo libero (Annunci - V.le P. Giovanni XXIII, 6 – 60035 JESI (AN)), Edizione Vallesina n° 20 del 19 maggio 2010 (“Società & Costume”), pag. 7
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