| Domenica prossima,
14 marzo, alla fine del TG di La7
delle 12,30-13,
Alessandra Pontecorvo presenterà il libro
“La perla nel Tempio” (Aletti Editore).
I dodici racconti pubblicati sotto il titolo "La perla nel Tempio" sono nati in tempi diversi e sono stati elaborati numerose volte prima che fosse chiaro che tra loro c'era un nesso, e cioè che tutti facevano riferimento al tema della perdita.
Il modello letterario è chiaramente il racconto contemporaneo, soprattutto Hemingway e Marquez, tenendo sempre presente però la forma-racconto otto - novecentesco così come è stata fissata, tra gli altri, da Guy de Maupassant, Checov e Pirandello. A parte il gusto personale dell'autrice, che ha una predilezione per la narrazione veloce, il racconto consente di condensare temi anche impegnativi e di sovrapporli scegliendo il tono che meglio si adatta a ciascuna storia; è quindi, in un certo senso, un modo articolato di parlare al lettore, particolarmente adatto a uno scrittore che si presenta per la prima volta al pubblico.
Coerentemente con le citazioni iniziali, una di Primo Levi e l'altra di Italo Svevo, la scommessa estetica che sottende i racconti nel loro insieme è narrare esperienze umane profondamente condivise, registrate dalla voce narrante in modo esplicitamente personale, attraverso una forte partecipazione emotiva. Si parte dall'idea che tutti siamo reduci da un trauma, da una perdita e che, per poter esprimere questo dolore, dobbiamo assumere più un'attitudini narrante che un'attitudine introspettiva, che rischia di portarci al silenzio. Contemporaneamente, si afferma l'idea che la scrittura non deve necessariamente occuparsi di casi straordinari o eccezionali, ma può benissimo occuparsi della vita quotidiana di tutti, che a guardare bene non è mai banale o scontata.
Nella raccolta "La perla nel Tempio" sono narrati episodi legati al rapporto tra vita e morte, salute e malattia, o tra i diversi modi di vedere la vita quando si incontrano e si contaminano a vicenda, dando luogo a situazioni che generano inevitabilmente contraddizioni che vengono guardate con un'attitudine indulgente, sorridente. A volte con ironia.
È possibile una lettura "a strati" di questi racconti: sotto il tema evidente, ci sono vari sottotemi sui quali ci si può soffermare a riflettere, volendo. Ad esempio, nel racconto "Conto alla rovescia" c'è un conto alla rovescia evidente generato dall'ansia di una donna che ha paura di morire entro la fine dell'anno (per motivi insistenti, dovuti, appunto, al suo stato di ansia). Ma tutto il racconto è costruito su "conti alla rovescia", che vanno dal rapporto medico/paziente nella società attuale a delle mentuccia che sta appassendo nelle confezioni del supermercato. Il racconto "Va dove ti porta il cane", per fare un altro esempio, racconta di una gita in montagna durante la quale si vive una vera avventura, ma il sotto-tema è quello dei modi molto diversi in cui le persone possono viere una medesima esperienza. Alcuni dei racconti, pur parlando di storie diverse, affrontano il tema dell'impossibilità di elaborare un lutto, a volte individuando e indicando i possibili motivi, a volte semplicemente prendendo atto che non si può fare altro che arrendersi di fronte alla persistenza del dolore che non passa.
Quindi, chi, leggendo questi racconti, vuole farsi condurre da chi scrive e lasciarsi scappare, magari, un sorriso, può farlo; chi preferisce una lettura più lenta e cerca anche spunti di riflessione, può trovarli.
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