| Fascino dell’Isola d’Elba
e brutalità della Storia:
una raccolta di racconti
tra memorie e illusioni
di Daniela Cacciola
Aletti propone pagine dense di nostalgia, di ricordi del passato
e di riflessioni sulla fugacità della bellezza e della seduzione
Abitare su un’isola è un po’ come navigare da fermi. Il mare, con il suo continuo divenire, le tempeste e le maree, con quella straordinaria capacità di plasmare il territorio intorno a sé, si presta a rappresentare la mutevolezza dell’animo umano. E proprio il mare è il filo conduttore della raccolta di racconti di Maria Gisella Catuogno intitolata Riviere (Aletti editore, pp. 84, € 13,00), o almeno questo è quello che l’autrice suggerisce nella Premessa. In realtà, il vero protagonista non è propriamente il mare, ma un luogo ben più specifico: l’Isola d’Elba, che l’autrice conosce molto bene per averci trascorso la propria infanzia. I paesaggi elbani sono descritti con dovizia di particolari: la gente, il modo di vivere l’insularità, la continua attività del mare che, con il suo incessante movimento, modella le coste e gli animi di quanti abitano l’isola. Si legge tra le righe il grande amore che l’autrice nutre per i luoghi della sua infanzia, tanto che il paesaggio sembra in più momenti animarsi e diventare un personaggio autonomo, quando non addirittura il vero protagonista.
La raccolta è costituita da quattro gruppi di racconti. Il blocco iniziale ne contiene tre: Infanzia di mare, Primo amore e Olga. Protagoniste sono tre donne, e tre diverse fasi della vita, l’infanzia nella prima storia, l’adolescenza nella seconda e l’età adulta nella terza, con tutte le problematiche che le differenti età comportano. Particolarmente forte, come suggerisce già il titolo, l’ambientazione marittima nel primo racconto, in cui la protagonista narra in prima persona la propria storia, l’infanzia sull’Isola d’Elba, la vita da isolana, il mare, le navi e il padre, imbarcato su una nave mercantile prima e su una petroliera poi, che, con le sue partenze e i suoi ritorni, scandisce lo scorrere del tempo. Interessante la caratterizzazione di questo personaggio nel suo essere perennemente diviso tra la terra, luogo degli affetti, e il mare, luogo di libertà, di avventura, oltre che, più concretamente, fonte di mantenimento per tutta la famiglia.
Se nel primo racconto l’autrice si concentra sul tempo dell’infanzia, in Primo amore si passa all’adolescenza. La protagonista, la sedicenne Laura, sullo sfondo della calda estate elbana, conosce i primi turbamenti d’amore. Queste due storie, forse anche per il periodo in cui si intuisce possano essere ambientate − negli anni ’50-’60 la prima, tra la fine degli anni ’60 e gli inizi dei ’70 la seconda −, fanno immaginare una certa connotazione autobiografica, se non nelle vicende delle protagoniste, senz’altro nelle descrizioni dei luoghi, della gente del posto e di tutta l’ambientazione che fa da cornice ai due racconti.
La terza storia, intitolata con il nome della sua protagonista, Olga, narra di una ragazza rumena, della sua vita in Romania e del rapporto con gli uomini, dal padre alcolizzato, al fragile e inaffidabile marito, sullo sfondo di un’epoca storica di forti turbamenti politici e sociali: la vicenda si snoda in un arco di tempo che va dalla pienezza del regime di Ceausescu fino alla sua caduta. Anche se l’ambientazione è differente rispetto agli altri due racconti, pure qui l’Isola d’Elba gioca un ruolo chiave, diventando nel finale l’elemento di svolta nella vita della protagonista.
Personaggi e storie si affacciano sulle coste elbane
Un secondo gruppo di racconti è chiamato Ospiti illustri. Il titolo trae origine dal fatto che i protagonisti sono tutti personaggi noti. Le prime due storie sono ispirate al diario di bordo tenuto dallo scrittore Georges Simenon durante una crociera nel Mediterraneo. Negli anni Trenta, Simenon fa tappa in un paesino dell’Isola d’Elba, Cavo. I due racconti diventano ancora una volta l’occasione per descrivere gli abitanti del posto, il loro modo di essere gente di mare, i luoghi meravigliosi fatti di piccole calette, rocce, anfratti, dove il mare domina infiltrandosi ovunque, fin dentro l’anima dei suoi abitanti. Emerge così lo stile di vita che accomuna la gente delle coste del Mediterraneo: l’attività della pesca, che sviluppa la capacità di aspettare e di seguire con pazienza il ritmo della natura, le piccole barche fatte a misura d’uomo, la saggezza popolare, la dignità dei poveri, la condivisione, la solidarietà. Conosciamo figure caratteristiche e personaggi di folclore, come i cusini, disoccupati che vivono alla giornata dando una mano nei lavori sulle barche, o allietando le serate suonando musica, in cambio di un pasto a fine giornata e magari di un posto dove dormire.
Il secondo “ospite illustre” è Filippo Tommaso Marinetti, lo scrittore futurista del quale l’autrice racconta uno squarcio di vita privata, una vacanza all’Elba che diventa teatro di un brutto incidente di una delle sue figlie, Ala. Proprio da un’intervista alla figlia di Marinetti è stato ispirato questo racconto.
In Tempo di guerra voglia di pace l’Isola d’Elba diventa straziante scenario della Seconda guerra mondiale. L’autrice ripercorre la fase finale del conflitto: l’armistizio, gli attacchi degli ex alleati tedeschi, i bombardamenti, la resistenza delle forze militari e civili, l’occupazione tedesca, il cibo razionato, gli espedienti per sopravvivere, la vita che nonostante tutto continua il suo corso. Fino ad arrivare alla liberazione da parte delle truppe francesi e inglesi, con le ultime brutalità degli occupanti nazisti, gli stupri e la violenza di chi sente di essere ormai sconfitto. Infine, torna protagonista il mare, l’unico che con le sue carezze, lentamente, potrà lenire il dolore e sanare le ferite lasciate aperte dalla guerra.
La raccolta si chiude con due storie al femminile, I narcisi, che si staccano fortemente da tutti i racconti precedenti. L’Isola d’Elba sparisce, infatti, dalla narrazione, per lasciare spazio ad altri temi: l’edonismo e il culto del corpo.
Il primo racconto vede come protagonista Virginia Oldoini, la contessa di Castiglione, che, guidata dal cugino Cavour, diventò l’amante di Napoleone III, mettendo la sua bellezza al servizio della causa italiana, con l’obiettivo di agevolare un’alleanza tra l’imperatore dei francesi e Vittorio Emanuele II. Inebriata dal potere che il suo fascino le conferiva, dal modo in cui riusciva a manipolare gli uomini soggiogati dalle sue grazie, il mondo le crollò addosso nel momento in cui, neanche quarantenne, si accorse che il tempo aveva segnato il suo bel viso con due piccole rughe. L’affascinante Virginia si rese, così, finalmente conto di avere investito tutte le sue energie in qualcosa che non riusciva a trattenere: la sua bellezza, come ogni cosa terrena, era destinata a tramontare.
Il secondo racconto è ambientato ai giorni nostri e narra di una donna troppo innamorata della sua bellezza per potersi veramente dedicare ad altro, per conoscere la passione, la dedizione e l’amore per un uomo. Questa storia, però, ha un sapore diverso dalla precedente: la protagonista cinquantenne non si rende ancora conto che un bel corpo non può essere lo scopo di tutta una vita e continua ad adulare la propria immagine come fosse una ragazzina, rimanendo ai margini, non riuscendo mai a buttarsi nella vita vera.
La raccolta si presenta come una lettura leggera, in cui si mescolano una varietà di storie: uomini e donne (ma soprattutto donne), personaggi molto diversi tra loro per collocazione storica e tipologia caratteriale, vengono raccontati con freschezza, attraverso uno stile lineare e scorrevole.
Daniela Cacciola
www.bottegascriptamanent.it/?modulo=Articolo&id=778
(www.bottegascriptamanent.it, anno IV, n. 30, febbraio 2010) |