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Info sull'Opera
Autore:
Rassegna Stampa
Tipo:
Racconto
 
Notizie Presenti:
 -

Recensione di Silvia Venuti al libro INTELLIGENCE - a cura di Attilio Melone

di Rassegna Stampa

Intelligence

Intelligence, la recente pubblicazione di Attilio Melone, conferma, con evidenza, la interessante e originale cifra che caratterizza questo autore: il thriller metafisico, in cui si associano componenti quali i giochi di potere a livello politico ed economico, la strumentalizzazione della società, morti misteriose e l’importante problematica sulle responsabilità di una scienza e di una tecnologia sempre più avanzate.
Iniziando la lettura, una riflessione particolare merita la scelta dei nomi dei personaggi, definiti con la meticolosa volontà di aderire ad una concretezza reale ma, al contempo, peculiari per le loro assonanze. La definizione fisica dei luoghi, il loro perfetto riscontro geografico, vuole caparbiamente dimostrare la veridicità degli avvenimenti riferiti. L’attento prologo verte sulla costante che connoterà il libro: la discussione filosofico - scientifica tra i protagonisti, che permette all’autore di svolgere trama e considerazioni esistenziali attraverso serrati ed intensi dialoghi.
L’incipit del romanzo trova immediato spazio nell’Introduzione nella quale l’autore sembra giocare a rimpiattino con il lettore evocando, fin da subito, atmosfere di suspence, di mistero, di un’indagine in progress. La descrizione aneddotica dei particolari delle scene, infatti, sembra apparentemente collidere con gli assunti teorici e astratti che alimentano il dipanarsi della vicenda. Nel significato di una morte, di una misteriosa scomparsa, l’autore cerca le tracce di una vita esemplare, testimoniata dall’isolamento, a difesa dall’omologazione, dalle coercizioni delle regole sociali e votata solo alla ricerca della Verità. “L’uomo, a differenza degli animali, preleva tantissimo dalla natura per vivere. Deve ripagare con il pensiero. Deve immettere il pensiero nella realtà.” L’uomo, si dichiara, infatti, esplicitamente, deve assumersi un impegno morale: lo scrittore, in particolare, deve rendere etica la sua parola. Attenti ritratti paesaggistici, analizzati con un mistico senso della natura, si alternano ad improvvisi colpi di scena.
All’esordio del romanzo vero e proprio, di cui finge di essere solo il curatore, l’autore cita una frase di Carl Gustav Jung, relativa all’inconscio caotico che, nonostante l’apparente ordine razionale che governa la società, è sempre presente in ciascuno di noi. Con sofisticata astuzia intellettuale egli vuol condurre il lettore ad aderire alla propria visione della realtà, concentrata sull’impegno morale.
La narrazione cambia registro ex abrupto e, secondo canoni tradizionali, prepara lo svolgersi dell’azione. Con sottili passaggi discorsivi è rappresentata la lotta di potere in ambito politico, tra intrighi, complotti, rivalse personali ed ambiguità, attraversando situazioni psicologiche e rapporti interpersonali. Le manovre politiche considerate vertono sulla necessità di garantire la sicurezza pubblica, minacciata da un aumento progressivo delle azioni criminali: a questo punto entra in scena il protagonista, il cui nome è derivato dall’anagramma sia dello scrittore fantasma sia del vero autore. Si tratta di una figura lontana dal mondo che lo ha chiamato a prestare la sua opera: è, infatti, uno specialista nella teoria delle super stringhe, candidata principale alla spiegazione ultima dell’universo. Egli si muove, faticosamente ma nobilmente, fra trame di potere, servizi segreti, corruzione, traffici di denaro.
“La mente dell’uomo è aperta a tutto, perché contiene tutto, tutto il passato e tutto l’avvenire.” (J. Conrad). Con questo rimando l’autore apre a nuove congetture astratto-matematiche: la vicenda sembra, sempre più, attraversare piani mentali, metafisici, surreali. Il protagonista, infine, giungerà a stabilire le equazioni che descrivono come si generano le idee e ciò lo farà diventare un bersaglio per i gruppi fanatici e persino per taluni membri sia del Governo sia dell’opposizione. Ma “Un’idea che non sia pericolosa non è nemmeno degna di essere chiamata un’idea.”(Oscar Wilde)….
Una dimensione altra, di freschezza e semplicità, con riferimenti alle emozioni e al contatto con la natura, si manifesta con la protagonista femminile, che, pure, è una matematica d’assoluto rilievo. L’aspetto tenero dei sentimenti, dell’amore, del dono di sé è rappresentato attraverso questa figura che introduce alle descrizioni di scene intime e familiari.
Il clima generale dell’opera è, tuttavia, soprattutto permeato dagli intrighi, dalle cospirazioni e dall’angoscia per un futuro a rischio che incombe sui personaggi:sono paure ed ansie giustificate da morti misteriose. Le sequenze che costruiscono il romanzo presentano un taglio cinematografico. I dettagli definiscono immagini di forte impatto visivo e l’azione e i dialoghi scorrono veloci in spazi e tempi filmici. Nel finale, dopo riflessioni ben argomentate sulle responsabilità della scienza, sul futuro dell’umanità, sulle verità ultime da inseguire, la tensione, sempre sottesa esplode e, con scioltezza narrativa, il registro diventa intensamente drammatico. È sulle considerazioni interiori del protagonista, intorno alla celebre frase di A. Einstein “Dio non gioca a dadi col Mondo”, svolte nella maestosa ambientazione delle Alpi (si fondono costantemente, nell’intero romanzo, l’impostazione astratta, filosofica, scientifica e la naturalità fisica del paesaggio, dei personaggi, delle azioni), che Intelligence si avvia alle ultime battute.
Vi è ancora una sorpresa, però.Le interpretazioni conclusive sono lasciate al lettore con cui l’autore vuol mantenere un dialogo aperto. Il testo, infatti, si chiude ad anello, riprendendo la voce del curatore (alias l’autore) che annota ancora pensieri della sua controfigura per un ultimo messaggio - richiamo: il lettore “farebbe bene ad interrogare se stesso e, soprattutto, la propria coscienza, evitando di essere troppo accondiscendente. La Verità, infatti, è bella, ma non indulgente.”

“Intelligence”, in sintesi, è connotato da un ricercato intellettualismo supportato da precise conoscenze scientifiche che creano un fantascientifico intreccio attraverso virtuosismi barocchi: gli esiti, surreali e metafisici, possono far parlare di una letteratura fantapsicoinformatica.

Attilio Melone ha anche pubblicato, nel 2007, il romanzo “Il Rimedio”, nel quale ha dimostrato una rara capacità d’introspezione psicologica, dando vita a personaggi complessi dalla sfaccettata personalità. La qualità della sua scrittura si era espressa, con pienezza, nel discorso dialogato che strutturando la vicenda, con grande vivacità ed efficacia, rimandava a continui mutamenti di prospettiva e colpi di scena a sorpresa. Nella raccolta di racconti “Chiaroscuri”, del 2008, egli ha, invece, manifestato il suo grande amore per la montagna con contemplazioni e visioni naturalistiche, non rinunciando, tuttavia, alla sua vocazione verso il metafisico ed il surreale, così da creare affascinati e suggestive ipotesi narrative in rarefatte atmosfere. La sua immaginazione, stimolata dalla sconfinata bellezza del paesaggio alpino, ha spaziato in dimensioni altre, con intuizioni liriche di grande intensità.

Silvia Venuti,
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