| (DALL'ULTIMO DELLA CLASSE AD UN PROF.)
I ragazzi hanno ‘uguale dignità ed uguali diritti’ ma non ‘uguali doti, attitudini, interessi’: perciò la scuola (e la società tutta) deve permettere a ciascuno di ‘realizzarsi secondo la propria vocazione’.
…L’impianto meritocratico premiante: è motivante; forse riduttore di conflitti psico-sociali, forse induce la persona ad uno sviluppo tale da portarla ad un sapere - saper essere - saper fare considerevole ma, nella stessa misura, in una scuola di promozione evolutiva, è giusto si consenta la realizzazione attraverso le inclinazioni personali.
Esiste l’arroganza del “sapere”, e questo, già di per se rappresenta un ostacolo permanente per quelle posizioni mentali composte da “vissuti personali”, che danno, alla “valutazione” (voti) un fraintesissimo criterio di misura interpretandolo, come strumento di selezione e di emarginazione e, non si può correre il rischio di dare, al significato “meritocratico” la capacità di ribadire nella scuola le sperequazioni sociali esistenti nella vita tra ricchi e poveri.
Collana "Gli Emersi - Narrativa"
pp.152 €16,00
ISBN 978-88-6498-106-2 |