| Sogno, Realtà ed Amore
La raccolta, “Solo Amore”, di N. Guarino può dare la sensazione di trovarsi di fronte ad inguaribile ottimista che, nonostante tutte le incredibili prove dell’esistenza, continua a proporsi come fonte di “amore”, di ricordi e di affetto. Le poesie possono, altresì, lasciarci smarriti, perduti, increduli e confusi per le cose e le persone che ci mancano, non ci sono più e la vita non ha più senso. Entrambe le sensazioni, tuttavia, non sono scindibili, né c’è motivo di concludere con un solo, univoco, incredulo atteggiamento.
L’autore vive i suoi “eroici furori”, il conflitto lo tormenta. Gli slanci dell’ottimismo sono irrefrenabili, la solitudine sofferta lo lascia interdetto, in frantumi. L’autore, tuttavia, resiste e ricrea le condizioni perché la vita continui ed acquisisca senso. La poesia, la ricerca delle parole capaci di “ricamare” la realtà, rappresentandone efficacemente le connotazioni, sono la preoccupazione continua dell’autore. Egli riesce a cogliere tante dimensioni che sfuggono.
Il tema della solitudine è trasversale, è interno alla ricerca del senso della vita, la cui nebbia ci avvolge; gli altri ci appaiono come sagome evanescenti ed il paese che non c’è più ci obbliga alle “solite, ossessive, immancabili ed irrinunciabili consuetudini”. E’ necessario superare una banalità esistenziale così asfissiante, pur constatando che i legami sociali sono spezzati, quelli con il territorio sono in frantumi, perché “ i quadretti da ammirare …. Il paese ricamato sulla collina fronte nord e giù allungato come il velo delle spose” è fuggito, quasi svanito …. Si è frantumato…
Non è opportuno andare dietro le chiacchiere; il “si dice”, il “dicono” sono sempre più squalificati e banalizzanti. Che fare? La ricerca di senso indica allora la via dell’interiorità e dei valori, si specchia negli occhi di coloro che vale la pena di amare.
L’imperativo di “ritornare in se stessi” è percepibile soltanto ascoltando il “silenzio …. in silenzio”. Cosa scoprirà? Prenderà consapevolezza che l’evasione e la fuga sono ingannevoli, contribuiscono a costruire collane di sogni, anche quando il treno ci porta lontani, poichè le fredde rotaie raccolgono forze per farne tristezze. L’emigrazione, ieri come oggi, può tramutarsi in un viaggio di andata e ritorno, in un ricamo di sogni. Tornati, quindi, in quella casa dalle stanze vuote, dove non c’è nessuno e penzola solitario il poster di un calciatore, ci si accorge del desiderio struggente di essere vicini alle persone amate. Si avverte la mancanza della donna amata, il vuoto è incolmabile, l’assenza rende il silenzio insopportabile. La nostalgia di quanto avveniva nei pressi della “fontana del monte”, le immagini di acque fresche, allegre, pulite ed adatte alla lavatura rituale delle lenzuola e dei panni traboccanti dalle ceste, riescono a lenire solo per un momento il vuoto.
Il rifugio nel sogno è solo una parentesi; sono molte le “diapositive e fotografie di un niente ….. poi dune ed il deserto”. Il risveglio ci consente di dare un bacio significativo. Il desiderio è forte, le tracce sono tante; non vengono cancellate né dalla neve né dalle notti stellate.. Anzi …. La bellezza la circonda e la trasfigura, l’impulso d’amore provoca scossoni e brividi; ci lascia incantati, si rivive la fanciullezza con le sue paure mentre emerge con forza il “ti amo”, sussurrato ma non represso.
Una rosa innamorata, comprata al mercato, è la testimonianza di aver trovato finalmente il modo tangibile di esprimere l’amore.
Tutto questo, secondo N. Guarino, si eterna, si colloca nell’infinito se riusciamo a trasmettere ai figli gli ideali più significativi: la lealtà, la gioia vera, il modo di vivere sincero, il senso del dovere e del sacrificio, comprese le nostre buone intenzioni. Il tutto è contenuto nel “cuore romantico e trasparentemente paterno” dell’autore.
Giovanni Sasso
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