| LIBRO DI POESIE DI ANTONIO ALLORI. Si chiama <<Logos parola in libertà>> e racchiude umori e sensazioni di un uomo che sa convivere con la malattia.
<<Vi parlo della mia seconda compagna: la Sla>>
Giuseppe Giannavola
Non è facile parlare di Antonio Allori. Non è facile se non si vuole correre il rischio di descrivere come struggente la sua storia, quella di un uomo da dieci anni malato di Sla, semplicemente perchè struggente non è. Se non si vuol dare l'impressione di un uomo distrutto dalla sofferenza, costretto a vivere quotidianamente a letto con tubi e tubicini a tenerlo in vita, perchè in realtà la sofferenza l'ha affrontata e vinta da un pezzo. Se non si vuole insomma raccontare drammaticamente la vita di un uomo, solo per attrarre maggiormente l'attenzione. Antonio Allori è un uomo sereno, felice, <<innamorato di mia moglie come fossi ancora un ragazzino>> come dice lui stesso con la luce negli occhi. La Sla è la sua seconda compagna. <<Molti la chiamano la bastarda, la stronza, ma è sbagliato trattarla così. Io ho imparato a conoscerla, a convivere con lei e adesso non mi fa più paura. Anzi, paradossalmente mi ha aiutato a realizzare il mio sogno
di sempre: scrivere un libro di poesie>>. <<Logos parola in libertà>> è il titolo del volume scritto da Antonio Allori, con l'aiuto degli amici Enzo Russo, Maria Risplendente e Oscar Dell'Aira. Una raccolta di versi che racchiudono tutta la sua vita. Le sue passioni, i suoi dolori, ma anche la gratitudine nei confronti della sua famiglia e il grande amore verso la moglie Rita da 16 anni accanto a lui. Un amore vero, pieno, intenso e sincero. Diffiicile da trovare ai tempi d'oggi. Il libro sarà presentato al pubblico, il prossimo 21 novembre, nella Cripta della Cattedrale e all'appuntamento saranno presenti tutti i suoi amici. Ci sarà anche Antonio, grazie ad un collegamento video dalla sua casa. <<Il mio libro vuol essere un messaggio, un'esortazione a tutte le famiglie che lottano con la malattia. Perchè non si abbattono. Non si tratta di accontentarsi della sopravvivenza, ma di impegnarsi a vivere a pieno la nostra esistenza, perchè tutti
possiamo ancora realizzare i nostri sogni. Io l'ho fatto e ci sono riuscito>>. (GGI)
Fonte: Articolo "Giornale di Sicilia" del venerdì 6 novembre 2009 |