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Info sull'Opera
Autore:
Rassegna Stampa
Tipo:
Racconto
 
Notizie Presenti:
 -

Intervista alla scrittrice gradiscana Giulia Peruzzi

di Rassegna Stampa

Libri & Scrittori

Salotto letterario on line

D) Ci racconti un po’ di lei e del suo approccio al mondo della scrittura.
R) Ho cominciato a scrivere fin da piccola. E’sempre stato un modo per esprimermi al meglio, senza paure, per raccontarmi mentre racconto di personaggi e di storie a me estranee ma familiari.

D) Qual è stato il suo percorso di studi?
R) Ho frequentato un liceo linguistico che, oltre ad avermi insegnato a parlare molto bene tre lingue (inglese, tedesco e spagnolo) mi ha preparato in modo esaustivo sulle letterature di questi paesi stranieri. Al momento sto frequentando la facoltà di Lettere (e, più precisamente, il curriculum di Italianistica) all’università degli studi di Udine.

D) Quando e perché ha iniziato a scrivere?
R) Come ho già accennato, scrivo da sempre: non è possibile distinguere un momento preciso in cui ho iniziato o un perché. Semplicemente, fa parte di me ed è una componente essenziale della mia vita.

D) In termini umani, cosa significa per lei scrivere?
R) Ricercare negli animi nascosti le pieghe più oscure, portare alla luce solitudini, paure, emozioni. La scrittura è per me un viaggio profondo nell’animo umano, che “scavo” delicatamente ma con mano ferma.

D) Quali sono i suoi libri del cuore?
R) Moltissimi, è difficile nominarli tutti. Tra questi, un posto particolare nel mio cuore meritano la saga di Malaussène di Daniel Pennac e le poesie delicate e tormentate di Antonia Pozzi.

D) E quelli che non leggerebbe mai?
R) Tutti quelli di Moccia e simili.

D) Il libro più bello che ha letto negli ultimi tre anni?
R) “La storia di Lisey” di Stephen King. Sono stata sinceramente colpita dallo stile pulito e scorrevole di King e devo dire che è uno tra i miei scrittori preferiti.

D) E quello che meno le è piaciuto?
R) Di solito non mi capita di leggere libri che poi si rivelano una delusione, per fortuna. Inoltre penso che ogni libro, per quanto ci possa non piacere, ci dia qualcosa (dal punto di vista stilistico, sentimentale ecc).

D) Qual è il rapporto con la sua regione e con la sua terra?
R) Buono direi. Amo la mia città, perché è un luogo intriso di storia e si affaccia sul fiume Isonzo. E amo la mia terra, così diversa eppure sempre uguale a se stessa.

D) Cosa le piace e cosa non le piace dell’editoria odierna italiana?
R) Il fatto che tutti possono pubblicare qualunque cosa. Non c’è regolamentazione e regna il caos assoluto.

D) Cosa le piace e cosa non le piace del panorama culturale italiano d’oggi?
R) Come universitaria, non mi piace per nulla la svalutazione della cultura che si sta avendo con il governo attuale: non biasimo affatto i letterati e gli scienziati che si trasferiscono all’estero. Inoltre non apprezzo l’affidarsi troppo alla televisione che ci rende ,ora dopo ora, sempre più ignoranti e sottomessi.

D) Come è arrivata alla pubblicazione del suo lavoro?
R) Tramite un bando di concorso su internet pubblicato dalla casa editrice “Aletti”.

D) Cinema: qual è il suo film preferito?
R) Tra i film che preferisco ci sono “Robin Hood” (con Kevin Costner), “Edward mani di forbice” e “Big fish”. Anche qui per me è impossibile scegliere qual è il mio favorito.

D) Musica: la canzone del cuore?
R) Sicuramente “Romeo and Juliet” dei Dire Straits, che adoro fin da piccola e che è diventato l’inno della mia storia d’amore con Moreno, il mio fidanzato.

approfondimento NARRATIVA

D) Ha frequentato corsi di scrittura creativa?
R) No.

D) Ritiene siano utili?
R) Non posso saperlo non avendone frequentato alcuno ma spero di sì.

D) Quale ritiene sia l’aspetto più complesso della scrittura narrativa?
R) Penso il dover riportare su un foglio sentimenti e situazioni che sfuggono alla razionalità.

D) Come scrive: su carta o al computer? Di giorno o di notte? In solitudine o fra altre persone? Segue “riti” particolari?
R) Scrivo abitualmente sul computer, perché è per me il metodo più veloce e comodo. Ma mi è capitato di avere un bisogno irrefrenabile di carta e penna, di voler scrivere in quel momento preciso. Non seguo orari precisi, scrivo quando voglio (e quando il tempo me lo permette).

D) Come è nata in lei l’idea di raccontare quel che ha raccontato nel suo libro più recente?
R) Dal bisogno di esternare emozioni che non potevo più reprimere. Ci tengo tuttavia a precisare che le vicende raccontate non sono assolutamente autobiografiche.

D) Cosa significa per lei raccontare una storia?
R) Significa cercare, scavare nel passato dei personaggi, nella loro psiche e nei loro sentimenti.

D) Preferisce cimentarsi col racconto o col romanzo?
R) Con entrambi, anche se il racconto è più “veloce” e quindi, dato il poco tempo libero che mi concede la mia vita, tendo a preferirlo.

D) Ci dia una sua definizione dell’uno e dell’altro?
R) Il racconto è una un romanzo “condensato”; il romanzo è uno svolgimento molto più ampio e complesso di una storia.

D) Come ha scelto il titolo del suo libro più recente?
R) Il titolo “Rea di vivere” deriva dal gioco di parole tra il nome della protagonista (Rea, per l’appunto) e il suo stato d’animo, che la portava a sentirsi continuamente “colpevole di vivere”.

D) Quanto tempo ha impiegato per scriverlo?
R) Qualche anno, in modo discontinuo, poiché l’ho scritto a sedici anni e quindi contemporaneamente dovevo andare a scuola.

D) Ha vinto premi letterari?
R) No, per ora solo segnalazioni di merito. Sono comunque risultata tra i finalisti del concorso nazionale “Mario dell’Arco 2009” indetto dall’Accademia Belli di Roma.

D) Crede nei premi letterari?
R) Le mie esperienze purtroppo mi fanno rispondere di no, ma continuo a sperare che ci sia, da qualche parte, un concorso veramente giusto e imparziale.

D)Ha altri progetti in cantiere?
R) Certo, sto scrivendo alcuni racconti e contemporaneamente sto portando avanti il mio secondo romanzo.


fonte: gradiscadoc.splinder.com




Sempre sullo stesso sito è stata inserita una presentazione del libro che riportiamo.


Il romanzo “Rea di vivere” è stato concepito e scritto negli anni più bui della mia adolescenza, anni in cui il disagio e la rabbia giovanile erano fortissimi e il bisogno di esprimerli lo era ancora di più; questi sentimenti si possono infatti ritrovare nella protagonista, Rea, una ragazza segnata da molte tragedie personali, emarginata e spesso depressa.
I lettori di questa provincia potranno riconoscere nel romanzo luoghi ben conosciuti: alcuni sono chiamati con nomi immaginari (e lascio al lettore indovinare a che città appartengano in realtà), altri, in particolare Gradisca, sono nominati esplicitamente. Questa nostra cittadina è, infatti, il punto d’approdo finale per la protagonista, un luogo in cui finalmente, dopo tanta ricerca e tanti viaggi, troverà la pace interiore e la maturità adatta ad allevare la figlia.
Scrivere un romanzo è stato un passo naturale per me, poiché fin dall’infanzia ho coltivato questa passione: alle elementari sognavo di diventare “da grande” una scrittrice, proprio come Jo di “Piccole Donne” (personaggio a cui mi ispiro moltissimo). Tuttavia non pensavo di vederlo mai pubblicato, né ci speravo: ho partecipato alla selezione indetta dalla casa editrice un po’ per scherzo e un po’ per sfida, e quando mi hanno avvisato che il mio romanzo era stato scelto per la pubblicazione sono scoppiata in lacrime per la gioia. Dopo molti anni dalla stesura del romanzo è stato bellissimo vederlo pubblicato e ho trovato il processo di correzione delle bozze molto interessante perché, oltre a rendermi conto di quanto sono cambiata rispetto a quegli anni, ho potuto seguire il processo graduale di miglioramento della mia tecnica di scrittura. Spero di cuore che possa piacere a tutti voi, che possa emozionarvi come ha fatto con me al momento della rilettura, dopo tanti anni che giaceva nel cassetto.
Giulia Peruzzi, 21 anni, frequenta l'università di Udine e vive a Gradisca d'Isonzo, piccola ma serena cittadina del Friuli Venezia Giulia. E' stata selezionata per la pubblicazione grazie a una selezione per autori emergenti indetta dalla casa editrice Aletti (Villalba di Guidonia, Roma) e quindi “Rea di vivere”, il suo primo romanzo, è stato pubblicato nel marzo del 2009; è inoltre risultata finalista, ricevendo relativo diploma, al XIII Concorso Nazionale Mario Dell'Arco del 2009 indetto dall’Accademia Belli di Roma, per la sezione “pubblicazioni” e ha ricevuto una menzione speciale e il diploma di merito per due poesie inviate alla prima edizione del concorso “Parole e Poesia” indetto dal circolo culturale omonimo. Al momento sta lavorando ad alcuni racconti e al suo prossimo romanzo.
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