| Recensione:
Sulla Rivista internazionale n. 17 – agosto 2009 direttore Elio Pecora (pagg. 115/116)
- Mia Scorcia, M.I.A. Massime Introspezioni Aforismi, Aletti editore 2009 -
L’autrice offre una silloge in versi il cui nucleo tematico si fonda sulla centralità dell’io, sull’insostituibilità di un vissuto – il proprio – che si snoda in un labirinto di ipostasi emotive. L’amore – da realizzarsi nella più vasta delle sue accezioni – si invera come sottrazione, lacerante strappo che lascia sfiniti la sera, nella percezioni della vacuità di un esistere ridotto alla nuda sofferenza fisica. Nell’incedere del tempo, che tutto logora e consuma fuorché la memoria, vivere in assenza della persona amata – che si tratti di un figlio desiderato, del nonno scomparso o dell’uomo amato e perduto – è vivere “con una freccia nel costato”, trafitti, trapassati dal futuro. Il dolore non scivola nella sterile opacità dell’autocommiserazione, preferendo tradursi in slancio creativo, nell’inesausta urgenza di formalizzare un sentire che implode. L’immediatezza di un linguaggio senza orpelli accessori è lo strumento di una prassi poetica che intende imporsi, al lettore, sostanzialmente in virtù della sua vis espressiva. Ed è in questa volontà di reazione che si rende protagonista la responsabilità individuale: una responsabilità che si afferma come accettazione dell’ineluttabilità del dover scegliere da se stessi per se stessi, senza demandare all’altro meriti e demeriti, gioie e delusioni, che la vita ci riserva.
a cura di Serena Grillo (redazione rivista internazionale Poeti e Poesia).
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