| Carmen Longo è nata a Napoli il 10 ottobre 1969 da una nota famiglia nobiliare del marchesato dei Longo di vinchiaturo. Il sangue blu che le ribolle nelle vene ha caratterizzato la sua vorace smania di "conoscenza" talvolta quasi bulimica.
Una fame da saziare ad ogni costo anche se ciò significava lasciare più volte il suo paese natale dove però faceva ritorno, puntualmente richiamata da un "amore" quasi morboso per i suoi cari e le sue origini napoletane.
Ha compiuto studi linguistici, laureandosi con lode e plauso in letteratura giapponese, ambiente particolare che ha modellato il suo carattere. Ha superato diverse borse di studio ministeriali che le hanno permesso di realizzare molti dei suoi sogni di ragazzina viziata e, apparentemente, saziare la sua famosa fame… che in fondo era qualcosa di più serio: era un incolmabile shunya, un vuoto esistenziale.
La sua vera meta era ed è quella di "conoscere il mondo creato da dio per noi e soprattutto capirne il senso". Da ciò la sua passione per le lingue straniere e la frequenza degli ambienti più disparati, da quelli di cui essere orgogliosi, quali ministeri ed ambasciate, a quelli di cui vergognarsi pur di riuscire a capire qual è il luogo in cui viviamo e chi realmente noi siamo al di là delle maschere e dei tabù impostici dagli altri o addirittura da noi stessi.
Chiunque, nell' ascoltare delle sue esperienze, le chieda se abbia capito quale fosse la morale della sua favola o del suo tanto girovagare, lei risponde: "No! Non lo so. So solo che dopo aver tanto girato, visto e fagocitato, ho solo un ultimo desiderio… trascorrere gli ultimi anni della mia vita tra i moai dell'isola di pasqua, perché è il pezzo di terra più lontano dal nostro mondo civile!"
Riassumendo tale frase con un luogo comune, si può dire che la sua morale è: "il progresso è davvero solo ed esclusivamente regresso!"
Collana "Gli Emersi - Narrativa"
pp.124 €16,00
ISBN 978-88-7680-911-8 |