| Fresca di stampa, per i tipi di Aletti Editore, è appena uscita la prima raccolta di poesie di Nicoletta Curradi, docente fiorentina, con la passione per il giornalismo e la composizione poetica.
Nella prefazione, Fabrizio Del Bimbo osserva come nell'epoca dei metodi sintetici di comunicazione, con sms e mail, il tentativo "di fermare il tempo, di cristallizzare emozioni realmente provate, che l'incalzare degli eventi renderebbero più sbiadite, impalpabili, fino a cancellarle. Il linguaggio poetico, con la sua immediatezza, la sua sintesi, la sua intrinseca musicalità, è stato indubbiamente il mezzo migliore per dipingere la personaltà dell'autrice, con le sfumature più nascoste".
Per parlare di "Attraverso i miei occhi" con Nicoletta, ci siamo date appuntamento ieri in uno dei luoghi più belli di Firenze, l'eden del Giardino della Gherardesca, il più grande del centro storico di Firenze. Pensate a questa intervista mentre siamo sedute in mezzo al verde, dove magicamente lontani, anche i rumori dei viali di circonvallazione a due passi da noi.
Nicoletta, quando hai iniziato a scrivere versi?
Molto presto. Ho ritrovato di recente, frugando tra vecchi libri e quaderni, un mio diario sul quale ho appuntato fin dall’età di 12-13 anni alcune mie riflessioni poetiche. Ho poi ripreso a comporre in età più matura.
Cosa rappresenta per te la poesia?
E’ il mio modo ideale per esprimermi, il ritmo dei versi scandisce lo scorrere dei miei pensieri e delle mie sensazioni. Una sola parola, un solo verso possono racchiudere una miriade di visioni, di emozioni, viste “attraverso i miei occhi”, come recita appunto il titolo del volume.
Perché hai deciso di pubblicare solo adesso la prima raccolta?
E’ capitata l’occasione un certo numero di mie liriche e mi ha proposto di farne un libro. Avevo raccolto ormai un numero considerevole di composizioni e forse era arrivato il momento di segnare un punto fermo nella mia vita e di far conoscere al pubblico la mia produzione rimasta sempre nel cassetto.
Ma le tue poesie non sono sempre rimaste chiuse in un cassetto….
Ed infatti è proprio così, ho partecipato dal 2000 a vari concorsi e competizioni poetiche a Firenze e in Toscana ed ho anche conseguito vari riconoscimenti: inoltre, il Comune di Reggello (FI) ogni anno in occasione della ricorrenza dell’8 marzo pubblica una mia poesia in una raccolta.
Puoi spiegare ai nostri lettori quanti temi sono toccati nel tuo volume?
Oltre all’amore nelle sue varie forme, mi sono interessata alla natura che mi circonda alla frenesia del mondo di oggi, ai temi sociali, alla violenza dilagante nella nostra società. Innumerevoli sono gli spunti che mi sono suggeriti dalla mia esperienza di vita.
Pensi di continuare a scrivere poesie?
Assolutamente sì, visto che è la mia forma preferita di espressione. Io ho l’abitudine di portare sempre con me un taccuino su cui annoto ogni evento che suscita la mia curiosità, “buttando giù” a ruota libera i versi che scaturiscono spontanei dalla mia mente. Di solito i “ritocchi” sono rari, le prime impressioni rimangono quasi intatte sulla carta.
Quindi, non escludi di far uscire un secondo libro.
Chi lo sa. Il primo raccoglie una selezione di poesie, ma ne sto già componendo altre che potrebbero un giorno andar a formare una mia seconda raccolta. Rivolgo un appello alle case editrici…
Si tratta sempre di versi sciolti?
No, in alcuni casi ho fatto ricerca metrica, componendo endecasillabi in rima, Ma anche nei versi sciolti ho ricercato vocaboli, rime ed assonanze per un mio “stile” personale.
Vuoi aggiungere qualcosa per salutare i lettori del nostro Magazine?
Sì, vorrei dire che i miei versi non sono sempre così “seriosi”: mi diletto anche a comporre poesie allegre in rima dedicate ad amici e parenti, epigrammi “comici” che i destinatari hanno finora apprezzato.
Cinzia Colzi
www.artearti.net
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