 | Perchè scrivere un testo di poesie?
Qualche tempo fa a chi mi avesse posto tale domanda non avrei saputo dare risposta, ho sempre trovato misterioso e complesso questo mondo variegato di mescolare le frasi.
Non mi sono mai ritenuto capace di scriverne e, di certo quando iniziai ad intrecciare sinonimi e metafore non avrei mai pensato di raggiungere un numero tale di incastro di parole da permettermi di completare un testo.
Non saprei descrivere la poesia, d’altronde, credo che chiunque ne scriva abbia un motivo per farlo. L’unica cosa che credo di poter dire è che non esiste poeta, esiste solo la fantasia e la capacità di riuscire a mescolare ricordi ed emozioni, talvolta anche tristi, riassumendone i particolari più nascosti del quotidiano vivere, quelli che si dimenticano il giorno dopo, quelle azioni che passano inosservate ma che riflettono il nostro vero animo, il nostro modo di vivere, il nostro enigmatico e bizzarro Io.
Magari potrei definire (se proprio lo si deve considerare tale) il presunto poeta come testimone di vita capace di riassumere i particolari che tutti noi vediamo e siamo incapaci di descrivere, quegli stati d’animo che ci attanagliano di continuo le membra e che vorremmo sempre far uscire, farle capire agli altri.
Ecco, se proprio devo è così che io definirei i poeti: “Angeli nascosti tra le piaghe dei giorni e delle parole”.
Spesso penso che tutto dipenda in particolar modo dal sogno, ma non quel tipo di sogno inteso da tutti; mi riferisco maggiormente alla realtà vista con gli occhi dell’ immaginazione, perché vedete scrivere certo non è una cosa facile, riuscire a descrivere gesti e mimiche facciali di molteplici personaggi diventa un’impresa che avvolte potrebbe richiedere ore, altre giorni oppure mesi, con ciò non voglio certo dire che sia impossibile, anzi tutti hanno in fondo all’animo una storia da raccontare, una frase, un vocabolo, anche un nuovo tipo ti saluto o un sorriso da riuscire ad imprimere con le parole in un piccolo foglio di carta. Solo, credo, che la realtà mescolata a niente renda il tutto molto più complesso di quanto possa sembrare e, in quei momenti che la penna si trasforma in macigno, difficile da maneggiare, da rendere partecipe alla testimonianza di qualcosa che non c’è o non si vuole far vedere…
La fantasia…
Il giorno che non ne avremo più sarà il giorno della fine di qualsiasi individuo, anche del più bizzarro, del più cattivo, del più triste…
Ma quanto è dura credetemi è dura scalare la ragione ed estrapolare un segreto tra i mille che riserva senza fuga, chiusi in un angolo buio irraggiungibile…
Però, tutto sommato, lasciatemelo dire, è bello sapere di averne e cercare di trovare la combinazione giusta per portarli alla luce, vincere con noi stessi la sfida del mistero nascosto e scriverne, scriverne il più possibile per noi stessi, per gli altri, per la gioia dei giorni da esplorare e per l’immortalità da scovare nel significato delle parole.
Collana "Gli Emersi - Poesia"
pp.64 €12.00
ISBN 978-88-7680-811-1 |