| Come sa chi lo conosce personalmente, Simone Porro parla pochissimo di sé e poco (anche se un po’ di più) della sua opera; questo lo distingue in un tempo di narcisismo autobiografico spinto. Se c’è traccia di autobiografia in queste pagine è sottintesa, nascosta, celata: il velo della privacy protegge l’autore, ed è meglio che sia così. Ma proprio chi conosce Simone, leggendo queste novelle e queste poesie, se lo vede saltar fuori quando meno ce lo si aspetta, da quelle finestre precariamente murate o quelle botole malamente mimetizzate di cui le sue pagine sono piene: in questo il libro che abbiamo tra le mani parla di una giovane vita dicendo molto di meno e molto di più di qualsiasi trovata gossip. L’autore c’è e non c’è, come in ogni vero libro, sfuggendo al narcisismo dei libri nei quali l’autore c’è solo e sempre e al senso di freddezza dell’ "obiettività" che invece lo elide. L’impronta dei piedi sul bagnasciuga non è quella del piede nudo di Simone ma la sabbia che essa smuove e accumula al suo fianco è un accenno a lui e alla sua presenza; i tanti bambini che popolano la sua opera (che bello rivedere i bambini e le bambine in un’opera letteraria) non sono Simone da piccolo ma nelle loro domande impertinenti c’è tanto del suo rapporto con la cultura, l’arte, la musica; Viki non è l’alter ego simbolico dell’autore ma in quello schianto c’è tanto delle sue paure e delle sue rabbie. Insomma, al di là delle personali preferenze per la poesia o per la prosa, ognuno di noi può trovare frammenti di Simone Porro nelle sue opere: ma soprattutto - ed è proprio questo che distingue un artista da un narcisista - ognuno di noi può trovare pezzi di sé in queste novelle e in queste poesie. Anche per noi funzionano le botole e le finestre, anche noi possiamo avventurarci nei tunnel della narrazione e sbirciare nei buchi della serratura dei versi; e se capitasse, così facendo, di vedere noi stessi in atteggiamenti goffi o impudichi, disdicevoli o poco convenienti, questo sarebbe il prezzo da pagare alla letteratura. Che al lettore mostra sempre il lettore, ma mai come questo se lo aspetta, o lo auspica o lo spera. Questo libro è come uno di quei cartelloni che si usano nell’Avvento con tante finestrelle di carta da aprire giorno dopo giorno fino alla Vigilia; solo che dietro l’ultima finestrella ci può essere tutto: il nulla, un gatto bianco, una lama che ti trafigge, la luce del Messia. E soprattutto lettere per parole, vergate sulla carta da Simone Porro con giovanile incoscienza e con tanta, inattesa, lieve tenerezza.
Raffaele Mantegazza
Collana "Gli Emersi"
pp.96 €14.00
ISBN 978-88-7680-780-0 |