| Le riflessioni quotidiane in versi di Daniele Marrone, giovane esordiente pugliese.
La poesia come rifugio alla mancanza di valori.
Trentasei prime prove potremmo dire se si volesse definire
questa silloge dell’esordiente Daniele Marrone.
Un’evoluzione di versi che raccoglie cronologicamente la produzione dall’anno
2000 al 2008. La scelta di aprire simbolicamente con Sogni (“una luce nel buio che brilla/idee che possono avverarsi”) fa ipotizzare la propensione a una poesia come rifugio.
Lo sguardo di un giovane che si sveglia bruscamente a un mondo in cui il
vuoto, il male, la mancanza di valori la fanno da padroni, non può che sperare di trovare nella semplicità di un amore, nel sole dell’alba, nel rumore delle posate sui piatti, il senso di una vita che si vuole portare fino in fondo.
Esemplari per questo le battute finali di Vita che scorre (“Sogno ancora colori di vita, /funziona così, /non mi fermo fino a destinazione./ Stop”.).
Versi liberi che sfumano allargandosi alla prosa come in Quello che voglio o che, se recitate a voce alta (Solo tu), creano un andamento musicale, e infine quelle che riprendono le rime più classiche amore-cuore, cielo-volo (Il suono nel silenzio).
Nessuna malinconia perché le immagini prodotte sono sempre luminose e rinviano all’estate, ai colori di un arcobaleno, salvo nel finale.
L’ultima poesia, A te nonna, unisce la saggezza di un sorriso invecchiato all’inesperienza di giovani emozioni, all’incapacità di parole che le esprimano,
ma che in un percorso circolare uniscono e riproducono gli ultimi versi e la dedica iniziale:
“A te esempio di vita, /saggezza, /gioia infinita”.
Poesie che sembrano riflessioni quotidiane, snelle ed espresse in una forma
chiara e diretta. Non si può che attenderne gli sviluppi. Daniele
Marrone, tranese, studia fino al diploma di Ragioneria e dopo
una non-laurea in Scienze Politiche entra nel settore medico- ortopedico. Ama la musica e attualmente segue un corso di chitarra moderna.
A.N
quotidiano Barisera
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