| Fra musica e poesia, identikit di un giovane tranese esordiente
Marrone, i sensi evoluti in versi
Nella società complessa e ipertecno-logizzata d’oggi i giovani dedicano sempre meno tempo ed energie alla letteratura, in particolare alla poesia, considerandola spesso “antica” e decisamente “fuori moda”.
Una felice e positiva eccezione è rappresentata dal venticinquenne tranese Daniele Marrone, attivo nel settore medico-ortopedico-sanitario e poeta esordiente.
Da sempre amante della musica (segue da alcuni anni un corso di chitarra moderna) negli ultimi anni Daniele ha scoperto di avere un’innata vena poetica, che lo ha spinto senza esitazioni e forzature, ma con estrema naturalezza e disinvoltura a mettere nero su bianco i suoi pensieri più profondi e le sue emozioni più segrete.
Nasce così “L’evoluzione dei sensi” ( Collana “Gli emersi”- Poesia – Aletti Editore” ).
Ciò che immediatamente balza agli occhi è che i componimenti sono disposti in ordine cronologico e sono rigorosamente datati, quasi a significare e ad evidenziare l’evoluzione del percorso poetico di Marrone nel corso di otto anni, dal 2000 al 2008.
Sin dai primi componimenti, datati 2000, si evince una notevole maturità poetica, impressionante considerando l’età di chi scrive.
“Daniele – come giustamente sottolinea il padre Francesco (cui è affidata la prefazione dell’opera) – nella sua modernità è un ragazzo d’altri tempi, perché è un giovane dai sentimenti puri e veri, che esorcizza il vuoto, il male, la mancanza dei valori, con la consolazione della poesia, accompagnata dalla musica”.
La passione per la musica si riflette anche nelle scelte stilistiche e nella propensione alla fluidità e scorrevolezza del dettato poetico, scevro di ogni artificiosità e di arzigogolati giochi stilistici.
Il risultato è una poesia d’immediata comprensione e di forte impatto emotivo.
Lontano dalla retorica, dai metri e versi tradizionali l’autore utilizza versi liberi, parole semplici ed essenziali per esprimere in maniera sincera e genuina i sentimenti e i valori, in cui crede fermamente, primo fra tutti l’amore che, nel componimento intitolato “La festa dell’amore” viene definito “dedizione appassionata ed esclusiva, istintiva ed intuitiva, volta ad assicurare reciproca felicità, o benessere, o godimento dei sensi”. Per Daniele Marrone l’amore è “indefinibile; è al centro di tutto; è l’emozione più forte e più bella che possa esistere”.
Le poesie sentimentali rappresentano il corpus centrale della raccolta ed esprimono l’entusiasmo e la voglia di vivere intensamente di un venticinquenne, che crede fermamente nell’amore e considera il rapporto fisico complemento e coronamento di un sentimento, non solo un’emozione “mordi e fuggi” (“l’unica cosa che mi è chiara è che se esiste la parola amore è solo grazie a te”; “niente sesso, niente sesso, voglio amarti, in un abbraccio di calore coccolarti….io mi perdo in te”).
In alcuni versi, come in “La festa dell’amore” e in “Portami al mare” Daniele, oltre ad esaltare la potenza e l’importanza dell’amore, si lascia andare ad una velata, ma incisiva condanna delle guerre, delle stragi e della violenza, che seminano veleno nel mondo, colpendo soprattutto i bambini, vittime deboli e innocenti.
In “Sogna ragazzo” il giovane poeta si rivolge ai suoi coetanei, incitandoli a non riporre nel cassetto i propri sogni, ma a lottare per realizzarli e li esorta a vincere le proprie paure “per trovare l’equilibrio, il senso dell’esistenza”, perché (come recita la poesia “La vita è…”) la vita è “luce, ma a volte anche buio, ma c’è sempre qualcosa che la riaccende…). Commovente è la poesia conclusiva, dedicata all’amata nonna, persona importantissima nella sua vita ed “esempio di vita, saggezza, ritratto di gioia infinita”, a cui è dedicata l’intera raccolta.
Sally Viesti
"Il giornale di Trani"
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