| Maurizio Antonelli
La ricerca dell'imperfezione
Poesia esistenziale
Aletti Editore, 2008
Il poeta è in preda a sentimenti primari quali rabbia, angoscia, erotismo, alla ricerca di un modello cui aderire e non lo trova. Irrequiete riflessioni si abbattono allora sui versi, cercando a caso un capro espiatorio e scaricando l'esplosione nella poesia. La noia, l'isolamento, il terrore, il malessere sociale, la disperazione affiorano nei modi di un'urgenza trattenuta a stento in un contesto troppo duro per qualsiasi dolcezza. Un organismo traumatizzato e sull'orlo di una crisi di nervi, quando ormai sembra che non abbia più voglia di correre e affermare i propri desideri, disperde un coacervo di vaga e indefinibile insofferenza come per giocare, su questa prodigalità, l'incerta speranza di un possibile riscontro. E poiché il senso degli accadimenti si è coagulato in un altrove ignoto, sta a noi immaginare il prima e il dopo, la storia di quest'uomo, il suo dramma che, questo sì è certo, si sta inesorabilmente consumando..
Maurizio Antonelli, classe 1983, non manca di personalità ed energia anche violenta. L'incessante intingere la penna nella materia degli umori del momento, per deporla di scatto sulle pagine, percorre tutta l'opera. Non manca qualche eccesso, che si evidenzia in una prosa poetica fatta di sobbalzi umorali, anche se talvolta cede a soluzioni piatte. Il testo è composto da un corpus di quaranta unità liriche prive di titolo, aggrumate una di seguito all'altra, come a volersi lasciare deflagrare in una successione quasi poematica. Ma sono componimenti che ci offrono chiavi di lettura solo parziali. Ciò che l'autore ci restituisce è privo di decodificazione e non fissa alcun punto di riferimento per il lettore e forse neppure per se stesso. L'enigmatica e deliberata oscurità del dettato sembra quasi volerci portare lontano dalla realtà. Eppure di realtà nei suoi componimenti se ne trova molta. Non registrata direttamente, ma minuziosamente ricreata e filtrata da un immaginario a tinte forte, nutrito di incubi personali e di fantasmi collettivi sgorgati da un imperscrutabile arcano. E da questo clima di livida e riflessiva solitudine nasce l'opera di un esordiente di cui, siamo certi, sentiremo ancora parlare.
Gian Paolo Grattarola
Articolo pubblicato sulla Mangialibri : http://www.mangialibri.com/node/3637
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