| Venerdì 13 Febbraio 2009
alle ore 16.00
nella sala del Carroccio
in Campidoglio,
Andrea Siniscalchi
invita alla presentazione della silloge
'Luce d'umanità residuale'
Programma
Introduce:
Dario Nanni (Consigliere Comunale e membro della Commissione Cultura del
Comune di Roma);
lettura poesie;
relaziona:
Livia de Pietro (docente esperta di didattica della poesia);
lettura poesie;
intervento dell'autore:
Andrea Siniscalchi;
intervista all'autore.
Ingresso libero
LUCE D'UMANITA' RESIDUALE
Lo spirituale è un essere che si manifesta come tale: dell'essere ha l'obiettività, la coesione, la permanenza e l'identità. Ma quest'essere ha in sé come una sorta di ritegno; non è interamente; una profonda discrezione gli impedisce non già di manifestarsi, ma d'affermarsi... al modo di un ciottolo; si caratterizza per una sorta d'essenza, non è mai completamente qui, né del tutto visibile: resta in sospeso fra il nulla e l'essere per una discrezione spinta all'estremo. Si può goderne, non si sottrae; ma codesto godimento contemplativo ha come una leggerezza segreta; si gode di non godere abbastanza. Va da sé che una tal leggerezza metafisica... vuol esprimere l'esistenza stessa. (J. P. Sartre).
Essa, a sua volta, si manifesta come pazienza della carne, senso dell'accadere del tempo. La sua verità si compie come toglimento dello spirituale dall'inascosità del verbo. Quest'atto di sottrazione tuttavia, lascia una pista indelebile nel terreno; un sentiero segreto di godimento contemplativo: un godimento della perdita di senso -riacciuffato per essere nuovamente smarrito. Il linguaggio poetico, è l'unica pista a non possedere la certezza rassicurante del sentiero battuto: la sola carne a possedersi come pazienza della perdita. Questa carne riacquista lo spirito, ritrovando nella mano del poeta quella creatura ilemorfico-linguistica, agnizione dell'unità tra natura intramondana e natura spirituale. Così il ritegno dello spirito guadagna un suo peso specifico, è un “ciottolo in versi”.
Dal mio punto d'osservazione è fondamentale attualizzare quest'intenzione; questo esige l'elemento fondante ogni volontà espressiva: il rapporto simpatetico al proprio fruitore.
Quando un pittore dice a se stesso: io farò una pittura del tutto poetica! ... egli fa una pittura fredda, dove l'intenzione dell'opera brilla a spese dell'opera: ma... è che la poesia d'un quadro dev'essere fatta dallo spettatore. Come la poesia d'un poema dal lettore. Ci siete giunto: proprio così... La poesia è essenzialmente filosofica: ma come essa è prima di tutto fatale, dev'essere involontariamente filosofica. (C. Baudelaire).
Collana "Gli Emersi -Poesia"
pp.44 €12,00
ISBN 978-88-7680-463-2
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