| “L’oceano del mio Io” di Liliana Arena
La struttura della poesia di Liliana Arena diviene racconto di vita, alla maniera di alcuni grandi, affrontando il sé che fa parte dell’altro, quindi di tanti altri che possono ritrovarsi nel “sentire” sofferenze e gioie.
In uno stillicidio di versi artatamente costruiti, spesso perché nulla si ha da dire, e tanto meno da comunicare, la poesia, ovvero righe messe l’una sotto l’altra, fanno pensare ad una quantità di poeti , spesso arrabbiati o delusi, e certamente lo sono per la poesia prodotta.
Sembrerebbe che ciascuno voglia farmi perdonare la propria pochezza nella vita, o di fare un mestiere odioso e, allora, il pubblicare versi, possa salvarlo o, addirittura, renderlo immortale.
Pia illusione! Certamente la poesia è emozione condivisa, far prendere lo stesso dolore all’altro che si ritrova in analoghe situazioni, sofferenze, vita.
Poesia è dono comune di un comune sentire.
La poesia di Liliana Arena ha in sé queste ultime caratteristiche , come un confessarsi, debole e indifesa, agli altri che hanno le identiche debolezze. È questo per me fondamentale, la differenza tra chi “vive” la poesia e chi fa libri e poi si presenta, anche nel biglietto da visita, ridicolmente, “poeta”.
Basti pensare a Baudelaire, Pacheco, Verlaine, Reverdy con scritto vicino: “ Poeta”.
Grandi che ogni giorno imparavano a “vedere” le sofferenze altrui.
Per questo “alto” fra tanti rimane Pessoa e Garcia Lorca.
Liliana Arena è su questa strada e definisce il suo “io”, oceano. Appunto dove ancora scaverà e scoprirà anche più di sé, soffrendo e scrivendo per sé, con la capacità di comunicare con gli altri, in modo semplice, chiaro ed emozionante, come un “poeta”.
Recensione a cura di Beppe Costa, Poesie del 23 Dicembre 2008
|