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Avere un ex vicesindaco, oggi ricandidato a primo cittadino, che scrive non solo programmi politici ma anche... romanzi è veramente una cosa rara e degna di nota. Succede invece a Carpiano, dove Alberto Cornacchione, assai conosciuto per l’impegno amministrativo degli ultimi dieci anni, ha tirato fuori dal cassetto ed è riuscito a far stampare Il prezzo del sorriso, intreccio ambientato nel Molise del Settecento, sempre presente e mai dimenticata regione d’origine dell’autore. Passione per la ricostruzione storica e amore per la terra molisana, sorretti da una scrittura nel solco della tradizione del grande romanzo storico realista (da Manzoni a Verga quindi) sono le piacevoli sorprese rivelate da Il prezzo del sorriso di Cornacchione, uscito pochi mesi fa per l’editore Aletti di Villalba di Guidonia nella collana Gli Emersi (18 euro, informazioni www.alettieditore.it). Una scrittura che in numerosi passaggi mostra una vera felicità narrativa: al di là della notevole facilità nel gestire una trama di oltre trecento pagine, l’autore nato il 31 luglio 1954 a Fossalto, provincia di Benevento, si cala con partecipazione emotiva, attendibilità psicologica e realismo storico in paesaggi, ambienti e persone. Alberto Cornacchione, che ha già alle spalle alcuni volumi di poesia, da tempo «coltivava» il filone narrativo. Ha così dato ordine alle proprie idee, ha prescelto un tempo e uno spazio a lui cari (e ben conosciuti) e si è dedicato a questo ponderoso romanzo collocato nella prima metà del Settecento, tra il nativo Molise e la Roma ancora tutta del «Papa Re»: ben lontana dalle rivendicazioni (e dagli eccessi) importati da Oltralpe alla fine di quel secolo. La giovanile amicizia fra il seminarista – e futuro cardinale - Antonio Di Lisa e Adalberto, rampollo della nobile casata dei marchesi De Felice da Montenero, è al centro della complessa narrazione e si snoda fra alterne vicende per la loro intera vita, fino allo scioglimento finale-epilogo. Nella filigrana del romanzo storico si legge una certa abilità nel giallo. La trama presenta infatti, anche attraverso la ricorrente tecnica del flashback, una catena di avvenimenti che va sciogliendo il proprio mistero in parecchi decenni a cavallo fra XVII e XVIII secolo. Signori più o meno dotati di nobiltà d’animo, domestici devoti fino al delitto, prelati santi, frati esorcisti, gentildonne innamorate, intrighi curiali e amicizie fedeli attraversano un secolo ancora tutto feudale ma quasi oscuramente presago di quella Rivoluzione che a singhiozzi, tra vittorie e restaurazioni, porrà fine - nel bene e nel male- al mondo dell’ Ancien Régime. La vicenda, è di pura fantasia, ma alcune importanti figure che vi appaiono sono state effettivamente personaggi di rilievo dell’epoca, come si evince dalla precisione di citazioni e di date. Va quindi ancora elogiato l’imponente lavoro di documentazione storica attuato da Cornacchione, rilevabile sia nella presentazione dei personaggi (ad esempio Filippo d’Orleans o Papa Benedetto XIV, il celebre cardinale Lambertini) sia in quella degli usi e costumi. Notevole anche la parte dedicata alla ricostruzione del mondo medico dell’epoca, fra rimedi arcaici e le frontiere della medicina moderna che cominciavano a far breccia.
Da “Il Cittadino” di venerdì 14 novembre.
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