| ANNA MARIA ALGIERI DÀ UNA VOCE ALL’ANIMA
di Angelo Minerva
CON LA NUOVA RACCOLTA POETICA “VOCE DELL’ANIMA” LA POETESSA ACRESE OFFRE L’ENNESIMA PROVA DELLA SUA STRAORDINARIA SENSIBILITÀ ARTISTICA
“Voce dell’anima” è il titolo dell’ultima, straordinaria raccolta poetica di Anna Maria Algieri, ed è il dono più bello che un’autrice raffinata e sensibile come lei possa fare ai lettori. È un dono raro, in vero, a cui non siamo più abituati e che può, sulle prime, lasciare spiazzati, perché le “parole dell’anima” possono essere ascoltate solo nel silenzio più totale, nel raccoglimento più completo, ed invece intorno a noi dominano incontrastate la ridda degli impegni quotidiani e le parole urlate del profitto ad ogni costo.
Per questo l’Autrice ci richiama ad una più intima e quieta dimensione, quella dello spirito, della coscienza più profonda di cui spesso ci dimentichiamo e che, a volte, colpevolmente trascuriamo; perché, se è difficile rapportarsi col mondo esterno, è ancora più arduo e doloroso guardare dentro di sé, mettere a nudo i propri sentimenti, la propria disarmante fragilità.
E così, sincera, cristallina, lieve, eppure densa di significato, la voce della poesia giunge fin nei meandri più bui del nostro essere e ci pone di fronte ai quesiti più ardui dell’esistenza, ai misteri che da sempre attanagliano le menti più eccelse. Umana, serena, eppure decisa e ferma, la parola poetica di Anna Maria Algieri ha la forza di sconvolgere e consolare, di indicare il mistero e di spiegarlo, perché animata da una fede autentica, vissuta fino in fondo e fino in fondo goduta.
La sua è la fede trionfante che si è fatta strada nei dedali più insidiosi del dubbio; la fede appresa nel calore rassicurante e avvolgente della famiglia, illuminata dall’alto esempio degli amatissimi genitori; la fede scaturita possente dalla lettura delle vite dei Santi, dalle loro lotte per il trionfo completo del bene; la fede provvidenzialmente germinata da una dolorante, sofferente sensibilità personale e che, in forza della propria autenticità, vuole espandersi ed inondare di luce salvifica anche il prossimo.
Da un punto di vista squisitamente letterario nella raccolta di Anna Maria Algieri si può cogliere tutta una complessa serie di motivi legati, in modo particolare, alla letteratura e alla trattatistica religiose: se alcune composizioni ricreano nella compostezza ritmica e nel loro rigore formale l’andamento tipico dei salmi, altre vivono di un fidente e rasserenante candore tutto francescano, altre ancora si animano di una tensione urgente ed assoluta al divino rintracciabile in molte delle laudi di Jacopone da Todi, e soprattutto dell’incantato stupore proprio di alcuni scritti di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori; e non solo, in esse affiorano richiami mistico-religiosi collegabili, in particolare, all’ascetismo di Santa Caterina da Siena e Santa Teresa d’Avila. Su tutto, naturalmente, domina la prodigiosa capacità della nostra poetessa di cogliere, come per miracolo, dalla complessità magmatica dell’esistere l’essenza stessa della nostra umanità, di giungere senza sforzo apparente, a volte anche con una sola e lapidaria parola, al nocciolo del problema, di farci specchiare in una luminosa idea che in noi già c’era, ma che non saremmo mai riusciti da soli ad evocare.
L’antica e gloriosa tradizione poetica acrese, che molto deve nei nostri tempi ad Anna Maria Algieri, viene ulteriormente impreziosita e nobilitata dalla sua nuova silloge.
Gli acresi non possono che essere orgogliosi di una concittadina che onora il luogo in cui è nata attraverso un amore profondo, direi quasi teneramente protettivo, nei confronti del suggestivo centro storico, attraverso uno sguardo ricco di calda umanità per gli altri e attraverso il rispettoso culto delle memorie e delle tradizioni locali.
Grazie alla sua produzione poetica, alla sua presenza in concorsi letterari e in manifestazioni culturali nazionali ed internazionali nonché in numerose e prestigiose antologie, la nostra comunità può mostrare il meglio di sé e far giungere ovunque il messaggio universale e benefico dell’arte.
Chiunque, dopo aver letto e meditato le liriche presenti in “Voce dell’anima”, può rendersi conto che l’anima non potrebbe parlare una lingua diversa da quella con cui Anna Maria Algieri si rivolge, dolce e suadente, alla nostra sensibilità.
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