| Calcio, non uccidete i sogni.
Una favola sul pallone raccontata da Giorgio Astolfi
Romanzo delicato, intriso di sentimenti e pulsioni.
Di Paolo Negri
Ferrara. Non sappiamo se Artur Antunes Coimbra, in arte Zico, abbia letto le bozze del libro di Giorgio Astolfi. E non sappiamo se Astolfi, mentre elaborava il suo manoscritto, si sia imbattuto nelle dichiarazioni di Zico. Di certo c’è una straordinaria identità di vedute, una filosofia condivisa, una comune visione dello spirito del calcio, tra l’ex fuoriclasse brasiliano e lo scrittore ferrarese.
Non potrebbe essere diversamente. Astolfi, che in gioventù è stato giocatore di ottimo livello, ha una visione romantica ed idealista (nell’accezione più positiva, non nell’ottica di negatività con cui è bollato oggi chi si eleva dal puro materialismo) della vita, e di conseguenza del football. Anzi, del futebol. Bailado, di preferenza. Perché il Brasile ha animato i giovanili sogni calcistici di Astolfi. Ed il Brasile, lo stesso tratteggiato nelle pagine di Amado, ha ispirato l’ambientazione di questo meraviglioso romanzo appena dato alle stampe da Giorgio. Estadio magia do gol, è il libro. Titolo rigorosamente in portoghese.
Ma riavvolgiamo. Com’erano le accennate dichiarazioni di Zico, oggi tecnico dei turchi del Fenerbache? Eccole: “Cerco di allenare come giocavo, con serietà, ma anche con fantasia…Vincere è bello, ma lo spettacolo lo è di più: non si può giocare speculando, il football è anche altro, o soprattutto”.
C’è tutto Zico, nel libro di Astolfi. Una favola sul calcio, come recita il sottotitolo. Ma non un trattato di calcio. Una favola delicata, intrisa di sentimenti e pulsioni, scritta in punta di polpastrelli ma capace di veicolare con forza – eppur senza …forzature, quelle non appartengono ad Astolfi – un messaggio potente, coinvolgente: mai rinunciare ai sogni.
Di calcio e di vita. Perché in queste pagine ambientate in un futuro lontano, si denunciano le storture tecnico-economiche che hanno portato alla scomparsa del football in tutto il mondo ad eccezione del Brasile, dove continua ad essere praticato nel rispetto del suo spirito. Ma il calcio è il pretesto, il mezzo di denuncia del sistema economico e politico, il punto di partenza per una riflessione a tutto tondo, anche su temi quali religione ed ecologia. È uno strumento di conoscenza e di scoperta. Della letteratura. E delle cose della vita, appunto. Come i sentimenti, il sesso, nella sua visione più “sana” e naturale. Il calcio, un certo calcio, che ti porta a superare l’avversione per lo stesso, e attraverso esso uscire dalle proprie prigioni quotidiane, andare oltre un ordine codificato che in fondo impedisce di conoscere proprio la vita reale, ed approfittarne. Il calcio che conduce in un mondo lontano, tutto a colori, ove nulla è pianificato come “da noi”.
Estadio magia do gol ha come protagonista Giovanni Rubini, docente universitario ferrarese. La sua metamorfosi, la sua progressiva apertura mentale, avviene attraverso la conoscenza postuma, professionale e umana, della traccia lasciata da uno zio paterno che del calcio – partendo dalla Spal ed arrivando in Brasile – è stato grande interprete. Attraverso la visione “in diretta” di qualche partita. E, soprattutto, attraverso il contatto con una realtà locale e due donne suscettibili di cambiargli la vita, come avverrà.
Estadio magia do gol (una favola sul calcio)
Aletti editore
165 pagine – 11 euro.
Pagina Cultura e spettacoli della “Nuova Ferrara”
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