| Vincenzo Blanco
L’ultima volta che ho fatto l’amore ho pagato in lire
Aletti Editore
"Ecco un’opera prima di sicuro valore ed un poeta esordiente che, con sincera e notevole intensità, riesce a tradurre in versi fatti e motivi centrali, illusioni e disinganni della propria storia personale. I registri su cui si muove il testo sono essenzialmente l’ironia beffarda ed il raggelante disprezzo con cui l’autore lotta contro le asprezze e la vana enfasi della vita.
C’è un’energia violenta, a volte aggressiva, nei versi di Vincenzo Blanco che passa però da vive accensioni che arrivano subito al lettore, a qualche forzatura, a tinte a volte troppo accentuate : La storia cerca costantemente di fregarmi/e le acque non si spalancarono mai./Il marchio griffato della paura imbratta/le vesti del tempo./Il rospo sa e tace divertito/gonfio di verità sia nelle guance/che nella pancia./La porta è socchiusa/entra figlia di puttana/ti aspetto con ansia. (Urlo acefalo pag. 12).
Il ritmo serrato dà buon conto della complessità delle sue osservazioni e dei suoi percorsi, anche se va troppo spesso a capo : Scavo a mani nude/la fossa della speranza/vi ripongo con delicatezza/le mie ossa/il mio coraggio/ed una bottiglia/di vino rosso/per le grandi/occasioni./Mentre gli Dei/si godono/il loro ennesimo/trionfo. (La fossa pag. 22)
Altre volte ha movimenti più distesi, più orizzontali che si riverberano in felici soluzioni prosastiche : Sono sicuro che domani ammirerò nuovamente/quel mago della tela e sorridendogli/gli risparmierò ancora una volta la vita (Ho bevuto tutto quello che c’era da bere pag. 48).
Data la sostanza cinerea dei fatti e dei desideri lasciati necessariamente fluire, non gli è possibile nascondere un sorriso - ora amaro, ora distaccato – quando accade che una situazione presuma di stagliarsi con ambizione di voler durare : Un’ape infame/ha di nuovo impollinato il mio cuore,/so che lui non mi perdonerà/tanto facilmente questo ennesimo affronto.(Troppo ostile al Natale pag. 10).
La silloge si compone di versi in cui il valore poetico trascende sé stesso in un succedersi di sentenze, di boutade e di riflessioni metapoetiche : Senza sosta/continueranno/ad arrivare/nella mia anima/i treni per l’inferno.(Non oggi, non ora pag. 15).
Talvolta parte bene poi s’impaccia, qui invece parte con piana, plausibile normalità : Non riuscirò mai a scrivere/la poesia perfetta,/non su una tastiera/né su un muro/né barricato nel cesso, ma poi riesce ad incidere con uno squarcio di inattesa limpidezza : Nessuno riuscirà mai a/vantarsi di aver scritto/la poesia perfetta./Nessuno tranne/i tuoi occhi/azzurri. (La poesia perfetta pag. 5). Peccato che qualche passaggio, pur non essendo vuoto, tolga tensione e che la scansione del verso spezzi bruscamente il respiro.
Il filo sotterraneo del volume è rappresentato dalla presenza ossessiva del rapporto vita-morte.
La notte mi bracca/senza sosta./La morte mi studia/con estremo interesse. (Seduto sul bordo del letto pag. 38) ; La signora con le gote bianche/le gambe inquietanti e sinuose/ed il vestito nero aderente/ha puntato dritta verso di me,/ha attraversato leggera il mio corpo/si è fermata cinque secondi eterni/nel mio cuore e sorridendo/ha sfidato la mia anima a morra cinese. (Lady M. pag. 25) ; Ma lei mi ha già scovato,/oggi aveva sopracciglia bianche enormi./Mi siede accanto, delicata/come la morte dovrebbe sempre essere (Delirium tremens pag. 9).
Dalla vita, con il suo vano spreco di emozioni e di desideri, e dallo spettro incombente della morte, Blanco attinge tutta la sua vibrante autorità L’importante è restare/vigili e rannicchiati./Venderò cara/la mia anima/mentre il leone/si terrà stretto/il suo coraggio/la scimmia/la sua risata/ed il delfino/il suo ultimo salto. (L’ultimo salto pag. 26), imponendosi all’attenzione del lettore - al di là della violenza caustica della sua voce - per la sua fondamentale apertura di energia."
Gian Paolo Grattarola
testata Mangialibri
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