| Alberta Tummolo – Immersioni
Recensione di Antonietta Chiariello
Non capita spesso, in questa nostra era del digitale e dell'informatica, che, leggendo un testo di poesie, si trovi il piacere della lettura e scorrendo le pagine si partecipi attivamente alla rappresentazione simbolica di un frammento di vita interiore, che solo un poeta sa esprimere.
Il libro “Immersioni” di Alberta Tummolo è una raccolta di poesie, che racchiude l'emozionante percorso, compiuto con serenità e tenacia dalla poetessa, per comprendere il significato autentico della vita, con la sensibilità di saper cogliere aspetti profondi che sfuggono a molti e che estrinseca con delicatezza dal suo animo, riuscendo a scandagliare la vita attraverso una poesia appassionata e coinvolgente, che racchiude la problematica esistenziale che riguarda il singolo quanto l'umanità intera.
Le liriche di “Immersioni” ritraggono spaccati di vita, nel solco di un tempo ideale e ricostruito, da cui consegue una visione della vita, come grande gioco a volte amaro, a volte più leggero, al quale abbandonarsi comunque con forza e tenacia, con caparbietà, e da cui consegue una concezione della poesia come comunicazione di un mondo etico, una riflessione che fa perno sulla ricerca interiore.
Sono poesie da leggere e da rileggere, per penetrare fino in fondo, con la mente ed il cuore, i testi, per arrivare fino al nucleo centrale ed all'essenza del messaggio poetico, per apprezzare la versatilità della forma, della parola, del ritmo, delle pause, in un'armonia che coinvolge appieno il lettore, fino ad immergerlo in profondità, nello stato d'animo da cui è scaturito il dettato poetico.
Già il titolo, Immersioni, fornisce da solo una chiave di lettura dell'opera, che fin dall'approccio iniziale richiede una totale e profonda disponibilità da parte del lettore, perché le parole stesse diventano per l'autrice metafore di inizio e fine, luce e buio, vita e morte, gioia e dolore, speranza e delusione, in un'arte quasi stilizzata e forte al tempo stesso, nel percorso esistenziale in cui passato, presente, futuro si intrecciano e si trasformano, si allontanano e si incontrano di nuovo, come l'alfa e l'omega:
“...sillaba primordiale
nella profonda conca
delle mie mani raccolgo
per cogliere me stessa”
Attraverso la parola si produce l' “immersione” totale nel profondo della coscienza di sé, per scandagliare il proprio animo, per sezionarlo all'infinito e poi ricomporlo in un tutto:
“... essere di fronte al tuo ondeggiare
e non riuscire più con la mente a pensare...
sentendo il nostro essere antico
desiderare una metamorfosi e dire se...”
Le composizioni hanno come nucleo centrale quel misterioso senso di ricerca poetica con cui l'autore affronta tematiche evidenziate da felici simbolizzazioni inserite con delicatezza e naturalezza, con sfumata concettualità sulle domande cosmiche, come l'inizio e la fine, l'alfa e l'omega e poi ... il mistero del mondo, il mistero di sé, l'animo che si dilania nel tormento di trovare risposte:
“ io non ho più parole
per cantare dell'uomo
la desolazione immensa...”
La mente e i sentimenti sono pervasi dall'anelito della conoscenza, ma poi sprofondano e vengono sommersi dalla propria limitatezza, come i “Prigioni” di Michelangelo, straziati e sommersi nel marmo che li trattiene e impedisce loro di emergere.
Così sono i componimenti Senza titolo della raccolta, in cui la poesia parla ed esprime, ma è volutamente indefinita e prigioniera della parola che non permette al sentimento di defluire.
La poetessa propone, attraverso la mediazione poetica, ciò che il proprio cuore le detta, tentando di far emergere l'io da una forza interiore intrisa di dolore e sofferenza, ma anche di forte determinazione per percorrere l'itinerario umano durante il quale avvertiamo, oltre alla profondità del pensiero poetico, un senso di leggerezza nell'immetterci su una strada diversa, dove anche il dolore, la delusione, i sogni svaniti si amalgamano in una visione del mondo che non è ristretta soltanto al proprio quotidiano, ma si amplia nel momento in cui ci si confronta con gli altri.
L'occhio attento dell'animo riesce a guardare oltre la quotidianità attraverso la poesia che diventa il mezzo per incidere in modo indelebile sulla profondità interiore:
“sono un albero dalla chioma bruciata
che affonda le radici ostinatamente
sono un albero battuto dal vento...
...sono venuta dal deserto
ma so far germogliare dai miei rami
fiori vermigli...”
La “poesia” diventa così “catarsi” per superare l'angoscia esistenziale, attraverso l'itinerario della parola poetica, che diventa “silenzio” per ascoltare attimi e momenti magici di emozioni e sensazioni:
“arriva al cuore
la voce silenziosa...
ed io... vorrei imparare...
dovrei imparare
a tacere”
versi che sono uno splendido elogio del silenzio: dal silenzio infatti si parte per giungere alla parola e poi tornare ad esso, ad un silenzio più eloquente di qualsiasi altro linguaggio.
La poetica della Tummolo nasce dalla percezione di mancanza di risposte alla sua ricerca di verità e al suo desiderio di penetrare il mistero che avvolge tutto l'esistente, in una solitudine amara, rivestita di un sentimento nostalgico e malinconico, un excursus solitario sulle ragioni del mondo e della vita, ascoltando la propria anima:
“canto all'immenso
l'immensa solitudine
...canto e il mio canto muore”
una solitudine permeata dal senso di precarietà della vita, che l'autrice affida alla poesia ed ai versi che, mentre si leggono, ci fanno entrare dentro le loro corde razionali ed emotive fino sentirne la vibrazione:
“nel loculo oscuro
...vorrei distendermi e
trascorrere la notte vera...”
una solitudine trasfusa di fine sensibilità, che riesce a toccare la profondità dell'animo con quel delicato accenno a vivere in un mondo dove l'apparenza e l'egoismo si pongono al di sopra di ogni valore:
“all'altezza dei piedi altrui
sto con quattro molliche di pane
di un duro pane”
ma una solitudine che porta alla speranza, in un procedere copioso, articolato, umano:
“puoi guardare lontano
...l'umanità
è l'abbraccio
che vai cercando..”
La natura, la natura è anch'essa sempre presente nella poesia di Alberta Tummolo; è rappresentata da immagini dipinte con sensibilità di cromie uniformate dal velo del passato che diventa nostalgia per un'occasione di meditazione e crescita interiore:
“quel colle da bambina amato
seno materno mai toccato
...lontano lontano io guardavo...”
“Immersioni” è quindi la testimonianza di un grande spessore umano e letterario, perchè i versi nascono da emozioni vissute all'interno della propria esperienza personale e culturale ed esprimono le vibrazioni più sottili dell'animo.
L'autrice rifiuta regole e schemi prefissati e sa dare spazio ad una spontaneità controllata linguisticamente, basata su un grande rigore formale, che diventa creatività anche nella scelta semantica, personale ed originale nell'uso di sinestesie e analogie, unitamente agli approfondimenti interiori ed alle esperienze, a volte confessate quasi con pudore:
“ti prenderò per mano
e sull'altra sponda
...ti porterò con me
...ostinata bambina
che sei dentro di me...”
“...nudi rancori, mesti pentimenti...”
Le liriche si presentano in uno stile molto personale, a volte di non facile impatto, quasi che la poetessa avesse voluto tenerle lontane da interpretazioni troppo semplicistiche e superficiali e avesse voluto proporle in uno stile essenziale, secco, nel quale la parola si esalta nella sua essenza primitiva, scandita da un ritmo incisivo e ricorrente, forte, caratterizzato dalla mancanza assoluta della punteggiatura e dalla brevità dei versi:
“se lascio
le mie stanche occupazioni
viene il silenziosa
se m'affanno
solo rochi suoni
vuoti e invadenti
se abbandono la mia battaglia
le tenebre...”
Lo stile rifiuta il peso di ornamenti e punta al valore assoluto della significazione e del messaggio.
E' la scelta formale e consapevole basata, appunto, sull'essenzialità della parola e che va a captare l'immediatezza del sentire e del dettato poetico.
Suono e ritmo imprimono ai versi quell'armonia che conferisce all'opera, attraverso una straordinaria capacità espressiva, uno spessore artistico ed un'interiorità che si manifesta attraverso l'urgenza di sentimenti e sensazioni che si placa poi nella catarsi poetica, in un viaggio continuo e reciproco tra poesia e pensiero, come nell'ultima, bellissima poesia della raccolta:
“c'è una linea dentro di me
...è un confine
sottile e trasparente
come una lama di cristallo...”
Il linguaggio va oltre l'essenziale, ci imbattiamo in metafore e simboli che nascondono pensieri profondi, riflessioni filosofiche, motivi esistenziali. La poetessa penetralo spirito e capta il messaggio di quanto è motivo di ispirazione, di interesse, di considerazione e di stupore, donandoci sensazioni ed emozioni autentiche.
Leggere le poesie di Alberta Tummolo è stato come vivere l'avventura di un viaggio insieme a lei, all'interno della sua anima e del suo cuore.
La sua ispirazione scaturisce dall'esperienza maturata negli anni, dal quotidiano calarsi nei meandri più nascosti dell'anima e dalla continua ricerca del senso della vita.
Vai a leggere la presentazione del libro al linl sotto riportato
http://www.paroleinfuga.it/display-text.asp?IDopera=40332
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