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Opere pubblicate: 19989
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Info sull'Opera
Attilio D’Arielli come il grande Hernest Hemingway, che prima di lui aveva dato onore a questo straordinario pesce, il Marlin, il bellissimo Principe del mare.
Attilio D’Arielli riprende appunto il tema del Marlin, reso celebre dal racconto di Hemingway. E lo fa in maniera a dir poco sorprendente. Perché no… anche straordinaria! Se quello di Hemingway infatti era soltanto un racconto, questo di Attilio D’Arielli è qualcosa di più. Di veramente unico. L’autore infatti parla di vita, e della vita, in una “sorprendente” doppia chiave di lettura. E’ vero, descrive con grande cura quella che può essere la vita di un pesce, ma le similitudini con la nostra vita reale sono infinite. Anzi… le due vite sono indistinguibili, addirittura equivalenti. Perché ciò che caratterizza ogni essere vivente, che lo anima, è unico. E inscindibile. Proviamo a vedere la vita con gli occhi di un Marlin, e ci renderemo subito conto che l’autore Attilio D’Arielli ha avuto un’intuizione a dir poco geniale. E proviamo a farlo con le sue stesse parole del libro. Il mare è la vita e… “In mare non ci si può distrarre, non c’ è spazio per pensare ad altre cose, nessuna creatura marina, per quanto potente possa essere, può permettersi di distrarsi”. L’imperativo poi è sempre lo stesso, ovvero… “Caccia o sarai cacciato, mangia o sarai mangiato… la morte, può giungere in ogni momento, da ogni parte, dal sopra, dal sotto, dal mondo oscuro”. Il Marlin di Attilio D’Arielli è un pesce forte, esperto, intelligente… anche coriaceo, e perfino innamorato. Sa muoversi nella vita, la sua vita; incontra la sofferenza, prova dolore, curiosità, stupore. E capisce che… “In natura, a volte, la salvezza dipende dal grado di esperienza acquisita, o forse dall’intuizione rapida, istintiva, o ancora da frammenti di ragionamento. E’ la differenza tra la vita e la morte, chiamiamolo pure istinto di conservazione”. Come per noi uomini, nel nostro mondo. Nella nostra vita di tutti i giorni. C’è un percorso da seguire attraverso il quale si compiono esperienze, si cresce, si matura, si arriva ad un “dunque”; e poi? Poi si torna all’inizio, al proprio Dio. Esattamente come accade al Marlin di Attilio D’Arielli. Quando il proprio Dio chiama, bisogna rispondere alla chiamata, nolenti o volenti che siamo. Perché è nel “destino” di ognuno di noi. E’ così che il Marlin saluta il mondo trasmettendo le emozioni intense e dolenti dei suoi ultimi attimi negli occhi di un giovane che deve crescere. Forse da monito per ciò che sarà. L’autore lo dice così, con queste parole: “Il pesce voleva far sentire la sua forza al suo Dio, era il suo modo di avvertire il mondo oscuro, di avvertire gli esseri, di indicare al suo Dio che lui era ancora il padrone del suo mondo e che avrebbe lottato fino all’ultimo”. Per poi giungere al fine ultimo, ovvero… “Marlin sperò che Dio fosse stato contento di lui”. Insomma… Marlin chi è? Un eroe? Oppure un essere vivente come noi? Come i suoi lettori? L’interrogativo c’è, ed una risposta concreta ci viene data da Attilio D’Arielli in 80 pagine emozionanti, da leggere tutte d’un fiato. Un motivo in più per acquistare questo libro. A mio giudizio il suo migliore. Ivano Dell’Armi Dettagli del libro · Titolo: Marlin. Una storia cubana · Autore: D'Arielli Attilio · Editore: Aletti · Data di Pubblicazione: 2008 · Collana: Gli emersi · ISBN: 8876804013 · ISBN-13: 9788876804014 · Pagine: 80 · Reparto: Narrativa italiana
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