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Opere pubblicate: 19989
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ONE FOR THE ROAD
Sabato 26 aprile, alle ore 18:30 all’atelier del Galeter, a Borgosotto di Montichiari, provincia di Brescia, lo scrittore Massimo Baraldi, dialogando con Andrea Garbin, aprirà il ciclo di aperitivi letterari intitolato “LIBERTA’ DI VIAGGIO” presentando il suo primo romanzo “ONE FOR THE ROAD – soliloquio da bancone in 19 giri e un brindisi. Modenese per nascita, imperiese per caso e comasco per elezione, Massimo Baraldi ha scritto per il teatro e collaborato con scultori, fotografi, musicisti. Alcuni racconti e la traduzione dal russo dell’opera di Vladimir Majakovskij “Per la voce”, hanno ottenuto importanti riconoscimenti a livello nazionale. E’ membro de La confraternita dell’uva, gruppo di giovani scrittori e poeti mantovani e modenesi. La storia di questo romanzo inizia nel 2002, con la prima apparizione, in collaborazione con lo scultore Enzo Santambrogio, in una speciale edizione di 100 copie numerate: copertina in ferro trattata con acidi e incisa con il laser; carta in fibra di cotone, dorso in cuoio e rilegato con viti e bulloni. Contiene 12 serigrafie tirate a mano e successivamente colorate con prodotti alcolici da bar, una a una. Seguono una prima edizione cartacea nel 2005 e una seconda nel 2007. E’ in uscita una terza edizione. ONE FOR THE ROAD è un monologo, il viaggio di un protagonista senza volto in un bar senza nome, un viaggio tra il sogno e la realtà. L’origine di questa espressione, dai più dimenticata, è legata alla tradizione londinese di offrire l’ultimo bicchiere ai condannati a morte durante il tragitto di circa 3 miglia che li separava da Tyburn Tree, e dalla forca. A quell’epoca le esecuzioni erano occasioni di festa, e si stima che a Tyburn Tree, dal 1196 al 1783, siano state eseguite dalle 40.000 alle 60.000 sentenze. Nella sua prefazione bilingue dice il grande poeta americano Jack Hirschman: “Baraldi è uno di quei poeti della prosodia che sono stati sciolti dagli ormeggi della tradizionale scrittura europea per mezzo di un’appassionata e persino ossessiva consapevolezza della cultura popolare americana. La cultura dei fumetti, specialmente. Quei “Giri” o “Svolte” nel titolo potrebbero benissimo anche essere Inquadrature e tutte le 19 parti di questo lavoro il tratto illustrativo della penna di una gigantesca striscia a fumetti che, frutto della mente in uno stato di follia, sviluppa la problematica in merito a cosa realmente c’è o non c’è Là (esiste). Baraldi, nel suo lavoro, dona nuova vita a nomi di personaggi dei fumetti. La ragazza dei sogni è Silver (il nome del cavallo del Cavaliere Solitario), e c’è il J.Wellington Wimpy reso celebre da Popeye, e persino un selvaggio e strambo linguaggio inventato e derivato dal dialetto di Modena, l’area in cui è cresciuto. Tutto ciò è parte di un canovaccio all’interno del quale l’umana solitudine è concepita come un inventore sovraccarico di quelle grandi domande esistenziali.”
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