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Opere pubblicate: 19994
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Info sull'Opera
Ilario, Corbolo. ILARIO Ancora hai, brutto manigoldo, audacia Di venire ov'io sia? CORBOLO Deh! questa colera Ponete giú; e per Dio, non vi contamini La pietade. ILARIO Oh, tu piangi? CORBOLO E voi piú piangere Dovreste, che vostro figliuol... ILARIO Dio, aiutami! CORBOLO È in pericol. ILARIO Pericolo? CORBOLO Sí, d'essere Morto, se non ci si ripara subito. ILARIO Come, come? di', di'; dov'è? CORBOLO Pacifico L'ha colto con la moglie in adulterio. Vedetelo colà, che vorria ucciderlo Con quel spiedo, e chiamato ha quei duo gioveni Suoi parenti; et aspetta anco che venghino Tre suoi cognati. ILARIO Egli dov'è? CORBOLO Chi? Flavio? Là dentro questi ribaldi lo assediano. ILARIO Dove là dentro? CORBOLO In casa là di Fazio. ILARIO Evvi Fazio? CORBOLO Se vi fusse, il pericolo Non mi parrebbe tanto. Ecci una giovane Sua figlia, senza piú: consideratela Or voi, che aiuto può aver da una femina! ILARIO Se con la moglie in casa sua Pacifico L'ha colto, come è in casa ora di Fazio? CORBOLO Io vi dirò la cosa da principio. ILARIO Dilla, ma non ne scemar, né ci aggiungere. CORBOLO La dirò a punto come sta; ma vogliovi Prima certificar che quella favola, La qual dianzi contai, che stato Flavio Era assalito, e che tolto gli aveano Li panni, non la finsi già per nuocervi, Ma perché voi con minor displicenzia Mi dessi li danar, che potean subito Liberar vostro figliuol dal pericolo In che ora egli si trova; ove mancatami Quella via essendo, è in molto peggior termine La vita sua, che non fu dianzi. ILARIO Narrami Come sta il fatto. CORBOLO Flavio oggi credendosi Che fusse fuor Pacifico, e credendolo Anco la donna, in casa ne la camera S'era con lei ridotto; e mentre stavano In piacer, quel beccaccio, che nascososi Non so dov'era, saltò per ucciderlo Fuor con lo spiedo. ILARIO Il cor mi trema. CORBOLO Flavio Pregando fe' pur tanto e supplicandolo, E di donar danari promettendoli, Che gli lasciò la vita. ILARIO Or me risusciti, Se con danar la cosa si pacifica. CORBOLO Non ho detto anco il tutto. ILARIO Che ci è? seguita. CORBOLO In venticinque fiorini si convennono, Che prima che d'insieme si partissono, Sborsati fosson. Mandò per me Flavio, E la berretta e la roba traendosi, Mi commise ch'io andassi a pregar Giulio Che gli facessi pagar questo numero Di denar sopra; et egli per istatico Quivi si rimarrebbe: poi quel giovine Ci turbò, come voi sapete; e Flavio Per lui, se non ci riparate, è a termine, Che Dio l'aiuti! ILARIO Perché debbe nuocerli, Se son d'accordo? CORBOLO Udite pur. Pacifico, Tenendosi uccellato, con piú furia Che pria corse allo spiedo, e senza intendere Alcuna scusa, volea pur ucciderlo. ILARIO Facesti error, che non venisti súbito Ad avisarmi. Al fin ch'avenne? Séguita. CORBOLO Non so perché non l'uccise; e credetemi Che ben Dio e santi Flavio ebbe propizii. ILARIO Un manigoldo poltrone ha avuto animo Di minacciar un mio figliuol d'ucciderlo? CORBOLO Se non che vostro figliuol, riparandosi Con un scanno che prese, e ritraendosi Pur sempre all'uscio, saltò fuora, avrebbelo Morto. ILARIO Si salvò in somma? CORBOLO Nol vo' mettere Per salvo ancor. ILARIO Tu m'occidi. CORBOLO Incalzandolo Tuttavia quel ribaldo, e non lasciandolo Slungar molto da sé, fu forza a Flavio Che si fuggisse in casa là di Fazio; E cosí v'è assediato. ILARIO Vedi audacia D'un mendico, furfante, temerario! CORBOLO E piú, c'ha fatto e cerca far d'altri uomini Ragunanza, e d'intrar là dentro ha in animo. ILARIO Entrar là dentro? Io non son cosí povero Di facultà e d'amici, che difendere Io non lo possa, e far parer Pacifico Un sciagurato. CORBOLO Non vogliate mettervi A cotal prova, avendo altro rimedio: Che far le ragunanze è contra gli ordini Del signor, e ci son pene arbitrarie: Et accader potrebbonvi omicidii. E quando ancor provediate (il che facile Credo vi fia) che non noccia Pacifico a Flavio ne la persona (anzi vo' credere Che voi e Flavio piú siate atti a nuocere A lui), pur non farete, riducendosi Al podestà costui, come è da credere Che sia per far, che 'l podestà procedere Non abbia contra a Flavio; e quali siano Nei statuti le pene de gli adulteri, Et oltra li statuti, quanto arbitrio Il podestate abbia potere accrescere, Secondo che de l'inquisiti vagliono Le facultà, non secondo che mertano Le pene i falli, pur vi dovrebbe essere Noto. Padron, guardate che con lacrime E dolor vostro non facciate ridere Questi di corte, che tuttavia tengono Aperti gli occhi a tai casi, per correre A dimandar le multe in dono al principe. Venticinque fiorini è meglio spendere Senza guerra, e d'accordo, che in pericolo Porvi di cinquecento o mille perderne. ILARIO Meglio è ch'io stesso parli con Pacifico, E vegga un poco il suo pensier. CORBOLO Non, diavolo! Non andate, che tratto da la colera Non trascorresse a dirvi alcuna ingiuria Da dovervene poi sempre rincrescere. Lasciate pur ir me, che spero volgerlo In due parole, e farlo cheto et umile. E fia piú vostro onor, se qui condurvelo Potrò. ILARIO Va' dunque. CORBOLO Aspettatemi qui. ILARIO Odimi Fagli proferte, ma non ti risolvere In quantitade alcuna, che 'l conchiudere Del pregio voglio che stia a me: prometteli Generalmente: tu m'intendi. CORBOLO Intendovi. Tuttavia non guardate di piú spendere Un paio o due di fiorini. ILARIO A me lasciane Cura, ch'in questo son di te piú pratico.
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