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Info sull'Opera
Autore:
Ludovico Ariosto
Tipo:
Racconto
 
Notizie Presenti:
 -

La Lena - Atto quarto. Scena settima

di Ludovico Ariosto



Sbirri, Torbido, Gemignano, Giuliano, Fazio.

MAGAGNINO
Altro in somma non ci è, che quel che soliti
Siamo trovare, e ch'è su l'inventario.
TORBIDO
Ah ladri, ribaldoni, che involatomi
Avete il mio mantello!
MAGAGNINO
Fai grandissimo
Male accusarci a torto e dirci ingiuria.
TORBIDO
Brutto impiccato, che ti venga il cancaro!
Che è questo che tu hai sotto?
MAGAGNINO
Tolto avevolo
Per le mie spese, e non per involartelo.
TORBIDO
Io ti darò ben spese, se la pertica
Non mi vien meno.
GEMIGNANO
Io vo' prestarti un'opera.
GIULIANO
Non mi vo' anch'io tener le mani a cintola.
TORBIDO
Ve' lí quel sasso, Gemignano? piglialo,
Spezzali il capo: tu sei pur da Modena.
SBIRRI
Gli ufficial del signor cosí si trattano?
TORBIDO
Il signor non tien ladri al suo servizio.
Via, ladri; via, poltroni; via col diavolo.
Poco piú ch'io indugiava ad avedermene,
Era fornito: bisognava andarmene
In bel farsetto; e mi venia a proposito
L'aver meco portato questa pertica,
Che in spalla, ad uso d'una picca, avendola,
Sarei paruto un Lanzchenech o Svizaro.
FAZIO
Resta a misurar altro?
TORBIDO
Fin all'ultimo
Mattone ho misurato, e fin all'ultimo
Legno che ci è, l'ho scritto, e meco portolo;
Poi ne leverò il conto, e farò intendere
Ad ambi, a quanto prezzo possa ascendere.
GEMIGNANO
Quando?
TORBIDO
Oggi ancora. Commandi altro, Fazio?
FAZIO
Non, ora.
TORBIDO
A Dio.
FAZIO
Son vostro. - Olà, Licinia,
S'alcun mi viene a dimandar, rimettilo
Alla bottega qui di mastro Onofrio;
Fino ad ora di cena potrà avermici.

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